Province: ipotesi elezioni secondarie
di redazione
La riforma che prevedeva l’elezione diretta dei presidenti delle Province e dei consiglieri provinciali è tramontata con il voto contrario arrivato all’Ars la scorsa settimana.
Eppure, nonostante la maretta nella maggioranza di centrodestra – con tanto di rivendicazioni, prese di posizione e franchi tiratori che con il voto segreto hanno affossato uno dei punti cruciali della giunta Schifani – non tutto sembra essere caduto a pezzi, anche se questi non sembrano volersi ricomporre come prima.
All’indomani della bocciatura della riforma all’Ars, dall’incontro tra il presidente della Regione Renato Schifani e il presidente dell’Ars Gaetano Galvano era emersa l’idea di un ipotetico ritorno della Riforma delle province in Aula, senza mai effettivamente nominarlo.
Eppure, ora ad aprirsi invece potrebbe esserci lo scenario – sempre per virare verso il ripristino delle province – della consultazione di secondo grado. Significa che a votare non saranno i cittadini, mai consiglieri comunali e sindaci. Il percorso, però, non sarà breve, anzi. Perché sarà necessario aspettare per vedere i sindaci e i consiglieri comunali scegliere i presidenti dei sei Liberi Consorzi, come vengono chiamati in Sicilia – e nati con Rosario Crocetta nel 2014 -, e diventare parte delle relative assemblee, inclusi quelli delle tre Città Metropolitane (Palermo, Catania e Messina), seguendo quanto previsto anche dalla legge Delrio, che Roma non ha ancora abrogato.
Inoltre, per far partire l’iter burocratico delle elezioni di secondo livello sarà necessario conoscere prima la data delle elezioni amministrative di quest’anno, ancora non decise dalla Regione che però dovrebbe optare per l’election day con le concomitanti Europee dell’8 e del 9 giugno. A quel punto potrà scattare il conto alla rovescia e il presidente Schifani avrà 120 giorni di tempo per fissare con un suo decreto la data delle elezioni di secondo grado.
Percorso per le elezioni di secondo grado che sembra lungo anche per un altro motivo: perché proprio come accaduto per la riforma delle province, si intensifica il dibattito anche sulle elezioni di secondo livello.
Alcune fazioni di Forza Italia, tra cui il sindaco di Misterbianco e il responsabile degli Enti Locali di Forza Italia a Catania, uomo vicino all’assessore Marco Falcone, ora sostengono un voto per nominare consigli e presidenti agli organi intermedi, coinvolgendo solo i consiglieri eletti senza richiamare alle urne tutti i siciliani, come previsto ancora dalla legge Delrio, sebbene tutti manifestino l’intenzione di abrogarla.
E sullo stesso nodo elezioni secondarie sì, elezioni secondarie no, Schifani nel fine settimana si è mosso per capire qual è l’aria che tira in parlamento. Il governatore ha incontrato sia il presidente Ars Galvagno, sia il segretario della Dc Totò Cuffaro, sia Raffaele Lombardo di MpA. Anche qui le divisioni sono tornate e non c’è accordo: se Cuffaro dice no, Lombardo dice sì. Di certo, il ripristino delle province – se mai ci sarà – è ancora in alto mare.