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Politica

PRIMA PAGINA – La difesa di Rando e Cosentino l’ansia di Sammartino

di Antonino Marino -





Dichiarazioni spontanee davanti al gip di Catania Carla Aurora Valenti.
È quello che hanno fatto sia l’ormai ex sindaco di Tremestieri Etneo, Santi Rando, che Pietro Cosentino, l’uomo che secondo l’accusa sarebbe il referente del clan Santapaola-Ercolano nel comune dell’hinterland catanese.
Durante l’interrogatorio di garanzia, Rando, ha anche rassegnato le dimissioni da primo cittadino per potersi “difendere con maggiore serenità”.
Dimissioni pressoché inutili, se è vero che nel pomeriggio di mercoledì era arrivato il decreto prefettizio che lo aveva sospeso dall’incarico, insieme al consigliere comunale Mario Ronsisvalle, che si trova agli arresti domiciliari.
Santi Rando, che è difeso dall’avvocato Tommaso Tamburino, si è dichiarato estraneo alle accuse a lui rivolte. In particolare, sul voto di scambio ha detto al gip di non averlo mai fatto e di essere certo di poterlo dimostrare.
Accuse rigettate anche da Pietro Cosentino che, avvalendosi della facoltà di non rispondere, ha rilasciato dichiarazioni spontanee ribadendo la sua estraneità non avendo mai percepito denaro. Cosentino, peraltro, ha ricordato al gip di aver preso solo 49 preferenze nelle elezioni sotto la lente di ingrandimento dei magistrati.
Oggi, invece, è il giorno dell’interrogatorio dell’ex vicepresidente della regione Luca Sammartino che deve rispondere al gip per due presunti casi di corruzione: avere favorito il proprietario di una farmacia a Tremestieri Etneo impegnandosi nell’impedire l’apertura a un suo concorrente.
In cambio avrebbe ottenuto l’appoggio elettorale per la candidata alle europee che lui sosteneva nel 2019 per il Pd, Caterina Chinnici, poi eletta e da dopo passata a Forza Italia, totalmente estranea all’inchiesta.
Il secondo caso riguarda due Carabinieri del nucleo di Polizia giudiziaria della Procura di Catania, uno in servizio e l’altro in aspettativa che avrebbero fornito notizie su eventuali indagini nei suoi confronti e ‘bonificato’ da eventuali ‘cimici’ la sede della sua segreteria.
Ed è questo, forse, il particolare più particolare dell’indagine a carico dell’esponente della Lega che, in base a quanto raccolto dalle intercettazioni, avrebbe palesato e si sarebbe definito attanagliato da una vera e propria ansia nei confronti di una possibile intercettazione.
Anche per questo si sarebbe affidato ai due carabinieri per cercare di bonificare il suo ufficio. Operazione evidentemente non riuscita.
L’obiettivo sarebbe stato anche quello di conoscere in anteprima qualsiasi novità sulle indagini effettuate sul suo conto, sempre su reati elettorali riferiti alle regionali del 2017 e alle politiche dell’anno successivo, quando tra le fila di Italia Viva avrebbe promesso posti di lavoro in cambio dei voti per sé stesso e per gli esponenti politici a lui vicino. Un modus operandi che, secondo il gip, sarebbe “indicativo di una personalità incline a commettere azioni delittuose”.
In attesa di conoscere il destino di Sammartino la Lega prova a guardare avanti: “La vicenda che ha colpito Sammartino – ha detto il commissario siciliano Claudio Durigon – non è certo bella, sono fiducioso nella magistratura e convinto che Luca saprà difendersi al meglio e che la questione si risolverà nel più breve tempo possibile.
La Lega in Sicilia ha una squadra forte, non siamo preoccupati. Andiamo avanti, come da programma sabato prossimo presenteremo a Palermo la lista Isole per le europee, nessun cambio di candidati in corsa, sono le stesse persone perché rappresentano i nostri valori”.
Che tradotto significa ‘The show must go on”, lo spettacolo deve andare avanti.