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Agricoltura

PRIMA PAGINA- Gli agricoltori alzano la voce. Alle istituzioni: “Aiutateci”

di Marco Gullà -





Ancora in strada, ancora a marciare per difendere il comparto. Gli agricoltori siciliani tornano a manifestare e lo hanno fatto con un corteo a Palermo da Piazza Marina fino a Piazza Indipendenza, davanti Palazzo d’Orleans. Chiedono rispetto, chiedono maggiori tutele e soprattutto che il loro prodotto non venga svenduto. Come il grano, prodotto che ormai secondo molti agricoltori: “È come il ferro vecchio”. L’importazione del grano canadese – secondo produttori e agricoltori – è un grave danno per il comparto siciliano: “Ormai non lo compra più nessuno – ci racconta un agricoltore che arriva da Gela – così lo svendiamo, cifre che nemmeno possono coprire tutte le spese che ci sono per coltivarlo”. Durante la marcia verso Palazzo d’Orleans chiedono il sostegno delle istituzioni: “Sono loro che devono aiutarci in questo momento così delicato – dicono in coro tanti produttori – devono capire che senza agricoltura questa terra va allo sbando”. Solo bandiere della Sicilia e un unico striscione con scritto “Rispetto per gli agricoltori. Producono il cibo che mangi. La terra è vita, difendila”. Campanacci, fischietti e tamburi hanno animato la manifestazione, a cui hanno preso parte anche i sindaci di diversi Comuni, soprattutto delle Madonie, dell’Ennese e del Nisseno. Sono i comitati spontanei nati in oltre 40 giorni di presidi e cortei territoriali sull’onda delle proteste nate in diversi Paesi europei. “Dopo oltre un mese e mezzo di riunioni, presìdi anche permanenti, cortei con i mezzi agricoli che hanno unito tutta la Sicilia, oggi abbiamo un documento unico con tutte le richieste di agricoltori, allevatori e pescatori siciliani – dicono gli organizzatori della protesta –una voce unica che parte dai presìdi di lotta e ha raggiunto i consigli comunali dei nostri paesi, chiamando in causa sindaci e consiglieri di maggioranza e opposizione. Vogliamo aprire un dialogo con la Regione Siciliana, a partire dal nostro documento contenente tutte le rivendicazioni”.
Tra le principali richieste degli agricoltori: l’adeguamento dei prezzi di vendita dei prodotti, proporzionato all’aumento dei costi di produzione, la denuncia dello stato di crisi del comparto, l’aumento dei controlli e l’adeguamento dei parametri di qualità e del regime sanzionatorio sulle merci importate, interventi per contrastare la diffusione di malattie virali negli allevamenti. Ma la manifestazione di ieri è culminata con l’incontro – richiesto e ottenuto – con l’assessore regionale all’Agricoltura Luca Sammartino.
“Sto raccogliendo il grido di allarme degli agricoltori, il governo regionale sta lavorando su diversi fronti, sia sul miglioramento degli impianti irrigui, sia sulla possibilità di approvare misure economiche straordinarie – ha detto Sammartino – non li lasciamo soli”. Volti preoccupati, il ricambio generazionale che per molti agricoltori non ci sarà: “I miei figli fanno altro – dice Carmelo Sgroi, produttore di Enna –appena sarò troppo vecchio le mie terre resteranno incolte e abbandonate”. “L’agricoltura è sempre stato un settore trainante per l’economia siciliana e deve continuare a esserlo – hanno sottolineato gli organizzatori- ma senza interventi urgenti da parte delle istituzioni regionali, nazionali ed europee sarà impossibile tenere in piedi le nostre aziende, fonte di occupazione per migliaia di siciliani, ma soprattutto custodi dell’ambiente e della salute dei consumatori. I nostri prodotti sono, infatti, genuini e di alta qualità e garantiscono una alimentazione sana all’intera popolazione con importanti ripercussioni sulla salute pubblica”.
Al termine del corteo una bandiera siciliana sventola orgogliosamente davanti Palazzo d’Orleans, la battaglia continua, l’agricoltura non può morire: “E che il buon Dio ci dia una mano anche con le pioggia – osserva un agricoltore di Pozzallo – la siccità è un altro nostro nemico”