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Ponte sullo stretto, Lombardo: noi da sempre d’accordo

di Redazione -





“Dal momento della fondazione del Mpa abbiamo creduto nel Ponte sullo Stretto come scommessa e speranza per un futuro di sviluppo e di benessere, come sfida ai nostri vizi, come impegno per un’assunzione di responsabilità, presupposto essenziale per una politica autonomistica che valorizzi finalmente lo Statuto. Vediamo che Matteo Salvini ci crede e fino in fondo. E con lui il Governo presieduto da Giorgia Meloni. Bene, molto bene! Le risorse per completare il sistema infrastrutturale verranno, se lo vorremo. Oggi è la sconfitta dei ricattucci, delle minaccette e delle squallide manovre!”. Non le manda a dire e non è una novità, Raffaele Lombardo, ex presidente della Regione Siciliana e fondatore, ma soprattutto leader del Movimento per l’Autonomia. La battaglia per il Ponte sullo Stretto è tema carissimo all’ex governatore e al suo movimento, fin dalla costituzione di quest’ultimo. In questo caso, però, c’è anche un messaggio, non troppo velato, all’attuale governatore, Renato Schifani. La questione non riguarda solo il Ponte e la riduzione dei fondi destinati a questa infrastruttura dalla regione e ridotti, ma alla querelle scatenata dall’idea del governatore di sostituire l’assessore ai rifiuti, Roberto Di Mauro. Ma questa è un’altra storia, seppur infuocata, a cui lo stesso Salvini sta cercando di mettere acqua provando a ricucire, proprio attraverso il ponte. “Che ci sia una compartecipazione minima di Sicilia e Calabria mi sembra ragionevole. Se ad ora ci mettono il 10 per cento e lo Stato il 90 per cento mi sembra giusto”. Ha detto il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti a Radio 24 “Questa compartecipazione è stata condivisa con i presidenti” delle due Regioni. Il ponte sullo Stretto “non è un’opera pubblica che unirà solo Sicilia e Calabria, ma tutta l’Italia” ed è “un anello che congiunge altre decine di miliardi che stiamo investendo in infrastrutture in Sicilia e Calabria”. Lo stesso Raffaele Lombardo, qualche giorno fa durante un incontro tra autonomisti ad Enna, aveva ipotizzato una nuova grande mobilitazione per portare migliaia di persone a Messina per dire sì alla costruzione del collegamento tra Sicilia e Calabria. Un po’ come avvenuto nel 2006, quando una marea autonomista si spostò a Roma per inneggiare, sotto Palazzo Chigi, alla costruzione del Ponte. Il tema è fin troppo caro al leader autonomista che, praticamente in ogni suo intervento, trova modo per parlare o accennare all’opera che, come ha detto a ottobre a Palermo “rappresenta l’infrastruttura più moderna e innovativa del mondo, nonché l’innesto di una storia nuova per le infrastrutture e lo spirito dei siciliani”. Quella che riguarda il Ponte, infatti, è una querelle ormai intrisa nella storia d’Italia. Solo qualche giorno fa avevano fatto rumore le parole del divulgatore scientifico Mario Tozzi sulla pericolosità del ponte stesso. Sempre fronte Mpa era intervenuto il deputato regionale Giuseppe Lombardo che, con una nota, aveva sottolineato come per redigere il progetto di costruzione siano “state svolte accurate indagini geognostiche e topografiche, nonché prove aerodinamiche nelle gallerie del vento di Milano, Copenaghen e Ottawa e ogni altra verifica volta a confermare la funzionalità e sicurezza dell’opera. Un progetto, quello del Ponte sullo Stretto, che esiste già dal 2011 e costituisce il percorso finale di oltre quaranta anni di studi, a cui hanno preso parte esperti di elevata qualificazione e comprovata esperienza professionale”.