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Ambiente

Ponte Messina: Pd, “da Anac pietra tombale su progetto Salvini, danni erariali evidenti”

di Redazione -





Senza date fissate vengono meno le valutazioni dei costi. Non essendo chiaro il quadro complessivo, si accentua il rischio di varianti progettuali, con il duplice rischio di dover rivedere quanto si è appena approvato e di veder lievitare i costi.

“L’Anac affossa il metodo con cui Salvini sta gestendo il progetto per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina. Un progetto sbagliato che presenta inoltre una quantità enorme di vizi procedurali e mancanze tecniche a partire dall’assenza di un progetto definitivo. Avevamo segnalato l’assurdità di andare avanti con un progetto a più fasi da approvare in corso d’opera. Oggi l’Anac mette una pietra tombale su quel metodo. Siamo davanti a una vera e propria truffa agli italiani che sta determinando danni ingenti al bilancio dello stato. Un vero e proprio danno erariale di cui prima o poi qualcuno dovrà rendere conto”. Così il capogruppo democratico nella commissione Ambiente della Camera.

“Per il Ponte sullo Stretto avevamo suggerito al governo di acquisire il vecchio progetto e usarlo come base di gara per completarlo e migliorarlo – ha affermato in Commissione Ambiente della Camera, il presidente di Anac Giuseppe Busia -. Non è stato deciso così, quindi a maggior ragione oggi serve approvare il progetto esecutivo in modo unitario, senza spezzettarlo in fasi esecutive e naturalmente senza avviare i lavori prima di avere un quadro complessivo dell’opera. Altrimenti la parte pubblica finirebbe per prendere su di sé rischi che non le competono ed i costi potrebbero aumentare oltre il limite fissato dalla normativa europea”. 

Busia ha ricordato come nel decreto in discussione alla Camera venga meno il parere previsto in passato dal Consiglio di Stato. “Riteniamo, invece, occorra prevedere espressamente il coinvolgimento del Consiglio di Stato (oltre che del Cipess) nella procedura, al fine di fornire un utile contributo alla corretta definizione di diritti, doveri, responsabilità e oneri connessi al rapporto confessorio”.

Per Anac va poi fissato un termine per la progettazione dell’opera. “Il termine del 31 luglio 2024 inizialmente fissato dal Governo appare ormai irrealistico, e quindi è stato tolto. Non va, però, lasciato un vuoto – ribadisce Busia – Va fissato un termine, che potrà indicare il Governo. Ciò è essenziale per valutare lo svolgimento dell’opera e governarne la realizzazione”.

La parte più importante. “Per un’opera di tale complessità tecnica e di così ingente valore economico, approvare un progetto esecutivo per fasi costruttive sarebbe estremamente rischioso, in quanto ogni porzione è necessariamente legata all’altra. L’approvazione deve avvenire in un’unica soluzione. Altrimenti risulterebbe difficile avere un quadro chiaro e complessivo dell’effettiva realizzabilità dell’opera e dei relativi costi. Questo è il punto più delicato dell’intero decreto. Non essendo chiaro il quadro complessivo, si accentua il rischio di varianti progettuali, con il duplice rischio di dover rivedere quanto si è appena approvato e di veder lievitare i costi, magari oltre la soglia fissata dalle disposizioni europee. Avendo deciso di non svolgere una gara, esistono al riguardo limiti più stringenti indicati dalla direttiva. Inoltre – ha aggiunto il presidente Anac – un’eventuale approvazione del progetto esecutivo per fasi costruttive finirebbe anche per trasferire in capo alla parte pubblica, rischi che invece competono contrattualmente al privato”.

Il Presidente Busia ha inoltre sottolineato che “occorre garantire la massima trasparenza sui costi, anche per i vincoli economici europei”, e la necessità che “l’asseverazione dell’importo aggiornato non sia affidata solo a esperti del ministro, ma anche alla Corte dei conti”.