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Attualità

Pnrr, l’allarme di Ance “La Sicilia rischia di perdere un miliardo”

di Francesca Gallo -





di CLAUDIA MARI
La Sicilia dispone di una somma considerevole, proveniente dal Pnrr, destinata a finanziare interventi di rigenerazione urbana. Una somma pari a un miliardo e 149 milioni di euro: tutti fondi che vengono distribuiti in diverse voci: 214,7 milioni per nove progetti ammessi al programma “Pinqua”, 513 milioni per i Piani urbani integrati, e 421,6 milioni per il programma Piccoli comuni del Viminale, oltre alle risorse provenienti dal Mef, dal Piano nazionale complementare e dalla Bei.
Tuttavia, secondo un’analisi condotta dal Centro Studi di Ance nazionale, a seguito di una revisione recente del Pnrr, circa un miliardo di investimenti in rigenerazione urbana in Sicilia rischia di essere escluso dal Piano. In dettaglio, si tratta di 360 progetti (253 di rigenerazione urbana, pari al 70%, e di 107 interventi dei Piani urbani integrati, pari al 30%) per un valore di 922,1 milioni di euro (420,7 milioni di rigenerazione urbana, pari al 46%, e 501,5 milioni dei Piani urbani integrati, pari al 54%).
Sebbene il governo Meloni abbia assicurato la copertura finanziaria per questi progetti, senza rischiare di perdere i fondi, i Comuni potrebbero affrontare ritardi nella realizzazione a causa della scarsità di risorse disponibili.
E in tal senso, a Siracusa, in occasione dell’incontro “Città in scena”, è intervenuta la presidente di Ance nazionale, Federica Brancaccio: “La rigenerazione urbana è il futuro di questo Paese. È sulle città, in particolare del Mezzogiorno, che si gioca la sfida della crescita per i prossimi anni, l’Italia è in forte ritardo. Al Sud ci sono meraviglie da riqualificare e questa tappa in Sicilia è per me motivo di orgoglio. Dopo il Pnrr, dovremo essere pronti a investire sulle nostre città, sulle relazioni urbane e sociali e non solo economiche. Oggi vediamo qui 16 bellissimi progetti, frutto spesso della collaborazione tra pubblico e privato”.
Riguardo ai fondi a rischio, Brancaccio ha evidenziato la necessità di evitare il pericolo che questi progetti vengano esclusi dal finanziamento. “A seguito di questa riprogrammazione – ha spiegato – forse c’è qualcosa di più di un miliardo a rischio. Dobbiamo assolutamente scongiurare questo pericolo perché, al di là degli investimenti privati, il Sud ha bisogno ancora di investimenti pubblici per superare quel gap infrastrutturale che ad oggi non si riesce a colmare. Siamo molto attenti come Ance nazionale a monitorare affinché nella programmazione non vengano a mancare i fondi per la crescita e la rinascita del Mezzogiorno”.
Rigenerazione urbana che è tema “caldo” anche in Regione. A dirlo, è l’assessora all’Ambiente, Elena Pagana, spiegando come la Regione stia adottando misure significative per favorire la rigenerazione urbana: “Stiamo accompagnando la rigenerazione urbana con riforme in materia urbanistica e di edilizia, grazie alla specialità autonomistica della Regione. Nel recepire il testo unico dell’edilizia abbiamo apportato delle modifiche, e dopo l’esame in commissione Ambiente all’Ars, contiamo di portare il provvedimento in Aula il più presto possibile. Stiamo anche accelerando molto sulla Pianificazione territoriale, con i Piani urbanistici generali, e a breve uscirà un nuovo bando a sostegno dei Comuni che decidono di dotarsi di un nuovo strumento urbanistico. In più, c’è il Piano territoriale regionale che presenteremo molto presto”. E sui fondi a rischio del Pnrr, Pagana ha lasciato intendere che intravede la possibilità di recuperarli nell’ambito dell’Accordo di coesione che dovrebbe essere firmato col governo nazionale entro il mese. E in tal senso, anche il presidente di Ance Sicilia, Santo Cutrone ha auspicato “che Stato e Regione trovino il modo di garantire la continuità degli investimenti programmati”.
A rispondere, per lo Stato, o meglio per il governo, è stato direttamente il ministro Raffaele Fitto. Una replica diretta, che si può riassumere a una rassicurazione. “Nessun rischio di taglio alle risorse in Sicilia”. Ancora una volta, ha dichiarato “siamo chiamati ad intervenire per ristabilire una corretta informazione e per tranquillizzare le imprese e i cittadini”. “Nel dettaglio, la misura, PINQuA, – dice Fitto – non è stata oggetto della revisione; in ordine ai Piani Urbani Integrati ed alle Piccole e medie opere il decreto-legge Pnrr, convertito in legge a fine aprile, ha assicurato la completa copertura finanziaria di tutti gli interventi. Non sono stati previsti tagli al fondo complementare e al fondo Bei”. “Ad oggi, – evidenzia Fitto – la riuscita del Piano dipende soprattutto dalla capacità delle imprese di realizzare gli interventi nei tempi previsti, nel pieno rispetto dei criteri e delle condizionalità del Pnrr”.