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Agricoltura

Piante da frutto: in tutta l’isola è caccia al fake

di Redazione -





Il numero è importante: oltre 300. Sono le attività di verifica che hanno consentito di scoprire e segnalare l’utilizzo illegale in Sicilia di piante da frutto coperte da privativa. Ed è solo un primo bilancio tracciato da Geslive che è l’associazione spagnola di gestione di licenze vegetali al terzo anno di attività nel contrasto alla riproduzione illegale di varietà vegetali, in particolare alberi di frutto, in Italia. Il presidente di Geslive, Antonio Villaroel, ha detto di avere segnalato, in questi tre anni, decine di casi di riproduzione illegale di materiale vegetale protetto da privativa. In particolare, in Sicilia, l’attenzione si è polarizzata su varietà di albicocco, nettarina e pesca. L’Italia ha reagito con fermezza e seppure sfuggite alla cronaca quotidiana e all’attenzione mediatica importante, carabinieri e guardia di finanza hanno portato a termine una serie di azioni dando compimento a quello che Villaroel, ha definito “eccellente lavoro che stanno portando avanti in collaborazione con il nostro gruppo italiano”, riferendosi, ovviamente, al gruppo nazionale di Geslive. In Sicilia, ci sono state attività di verifica in campo, effettuate con sistemi di rilevazione ottica, aerea, satellitare e terrestre. Geslive, peraltro, sta conducendo una campagna di divulgazione e formazione sulla protezione sulle privative vegetale, sia presso gli esperti
del settore, sia cpn le forze dell’ordine italiane. Divulgazione e formazione, dunque, sui temi della privativa, come “la chiave di tutto per essere certi che molti agricoltori abbiano piena contezza che la riproduzione illegale di varietà vegetali costituisce un grave reato e che spesso tale attività sia connessa ad altrettanto gravi reati ai sensi del Codice penale italiano”. Dopo i primi due anni di attività, Geslive anche in Sicilia ha firmato un accordo con il comando per la tutela forestali, ambientale e agroalimentare dell’arma dei carabinieri mentre le attività di collaborazione con la guardia di finanza sono gestite attraverso la piattaforma Siac e i comandi territoriali di competenza.
L’organizzazione spagnola, min queste settimane, ha nominato lo studio dell’avvocato Carlo Emma di Palermo come punto di riferimento nazionale per la gestione giudiziale ed extra-giudiziale di tutte le problematiche di competenza anche se, proprio in questi giorni, è stato verificato un significativo cambiamento nei comportamenti del comparto agricolo siciliano nello specifico e italiano in generale, “a conferma della bontà del nostro programma strategico – conclude Villaroel – di una pianificazione che prevede l’ispezione progressiva di tutto il territorio regionale e l’interazione con i cosiddetti ‘attori critici del comparto’ proprio per facilitare le attività di regolarizzazione di piantagioni illegali”. Il problema di riproduzione illegale derivato dagli innesti, può arrecare un danno notevole sia alle aziende sementiere che al modello agricolo in generale. Ed è un fenomeno che seppure non possa essere considerato come generalizzato in Sicilia, certamente dovrebbe motivare tutte le parti coinvolte nel settore a cooperare per la sua eradicazione, “ponendo sempre la priorità sul dialogo e sulle campagne di sensibilizzazione relative al mero perseguimento dei crimini”, come dicono e ribadiscono in Geslive