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Piano Regolatore del Porto di Catania: entro un anno l’avvio dei lavori per un miliardo di euro

di Elisa Petrillo -





Confronto tra il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale della Sicilia Orientale Francesco Di Sarcina e il sindaco di Catania Enrico Trantino nella sede di Confindustria sul Piano Regolatore del Porto di Catania, con un investimento tra opere pubbliche e private di un miliardo di euro.

Il nuovo Piano Regolatore del Porto di Catania punta a una profonda trasformazione dell’intera area portuale, con l’obiettivo di migliorarne la funzionalità e l’integrazione con la città. Questo piano ambizioso è stato al centro dell’incontro presso la sede di Confindustria Catania tra il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale della Sicilia Orientale, Francesco Di Sarcina, e il sindaco di Catania, Enrico Trantino, con la partecipazione della presidente Confindustria Catania Maria Cristina Busi Ferruzzi e il past president, Antonello Biriaco. Un’occasione fondamentale per discutere delle prospettive di crescita e dei prossimi passi da compiere per sviluppare questa infrastruttura strategica. 

Entro un anno, ottenuta l’autorizzazione ambientale del VAS, l’avvio dei lavori con un investimento tra opere pubbliche e private che ammonta a un miliardo di euro.

“L’economia marittima, che genera il 10% del PIL italiano e vale oltre 178 miliardi di euro, è un pilastro fondamentale per il nostro Paese – sottolinea il presidente Confindustria Maria Cristina Busi. Il Porto di Catania, grazie alla sua diversificazione, è una risorsa chiave, con Augusta destinata a diventare l’hub per i container e Catania focalizzata su crociere, traghetti e diporto. Con una stazione marittima da 150 milioni di euro, e l’aumento dei crocieristi fino a 400.000 all’anno, insieme a un hub per yacht di lusso e la rigenerazione dell’area retroportuale, Catania potrebbe diventare competitiva come altre città marittime.

Per realizzare appieno il potenziale del porto, serve una visione ampia e lungimirante. Questa infrastruttura non è solo un motore per l’economia locale, ma un’opportunità strategica per tutta la Sicilia, che deve rimanere connessa al resto del Paese e all’Europa. Il suo sviluppo è fondamentale per una crescita sostenibile e gli investimenti in programma trasformeranno il porto in un punto di riferimento per investitori e turisti”. 

“Il porto rappresenta un collegamento fondamentale, e per un’isola come la nostra è un valore aggiunto che contribuisce in modo significativo al PIL” – afferma il Presidente dell’Autorità di sistema portuale della Sicilia orientale Francesco Di Sarcina -. “Solo con l’impegno e la collaborazione di tutti sarà possibile prendersi cura di questa risorsa e renderla pienamente fruibile ed economicamente funzionale. Separare il flusso commerciale da quello urbano è importantissimo per garantire un’operatività efficiente e sicura. Ampliarlo è ormai necessario per sostenere la crescita economica e migliorare la competitività del nostro territorio. Il nuovo Piano Regolatore del Porto di Catania mira a trasformare radicalmente l’area portuale con la creazione di una vasta area di 84.000 metri quadrati destinata ad accogliere navi da crociera di oltre 340 metri, affiancata da una nuova stazione marittima di 5.000 metri quadrati. Per questa struttura sono già stati stanziati 150 milioni di euro, con l’obiettivo di migliorare i servizi ai passeggeri e incrementare il numero di crocieristi fino a raggiungere quasi 400.000 l’anno, posizionando il porto di Catania tra i principali scali crocieristici d’Italia”. 

“Il sogno per il porto di Catania? Vederlo proiettato in una realtà futura, intorno al 2030-2035, dove commercio e turismo vadano di pari passo, integrandosi armoniosamente” – afferma il Sindaco di Catania, Enrico Trantino -. “Eliminare il traffico è una priorità per rendere l’area portuale accessibile e vivibile. Sogno un porto come quelli di Genova o Barcellona, dove i cittadini possono godere appieno di uno spazio che appartiene alla città. L’abbattimento degli archi della marina? Certo, indispone molti catanesi, tuttavia potrebbe essere necessaria questa decisione. Occorre una valutazione approfondita, e a breve ci sarà un incontro a Roma con le Ferrovie dello Stato per decidere come procedere. Ad ogni modo quella che verrà abbattuta è la parte finale e quindi “non barocca” degli archi.”   

“È fondamentale che Confindustria e l’amministrazione lavorino secondo un’azione coordinata per affrontare le sfide infrastrutturali che il territorio di Catania si trova ad affrontare” – dice il Past President Confindustria, Antonello Biriaco -. “Il piano regolatore di Catania non è aggiornato da oltre 50 anni, lasciando un’infrastruttura piccola ma strategica, come quella del porto di Catania, incapace di esprimere il suo pieno potenziale. Una delle soluzioni più efficaci sarebbe l’abbattimento degli archi della Marina, strutture che non possiedono una vera e propria funzione economica, al fine di ampliare le dimensioni del porto e permettere un maggiore sviluppo economico e logistico per la città”. Un altro elemento chiave del piano è il trasferimento del terminal container dal porto di Catania a quello di Augusta. Questa operazione consentirà di specializzare le due piattaforme: Augusta diventerà l’hub di transito per i container, mentre Catania si concentrerà sul settore crocieristico, sui traghetti e sulla nautica da diporto, realizzando al contempo un nuovo waterfront aperto alla città. Tale trasferimento permetterà di ridurre il traffico commerciale all’interno del porto cittadino, favorendo una maggiore integrazione tra porto e città e migliorando la vivibilità dell’area urbana circostante.