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Cronaca

Palermo, muore al Civico: familiari avvisati dopo 13 ore trovano Rosa in camera mortuaria

di Enzo Scarso -





Una morte improvvisa, seguita da ore di silenzio e dolore. È la storia di Rosa Bua, 62 anni, deceduta all’ospedale Civico di Palermo, i cui familiari hanno saputo della sua scomparsa soltanto dopo 13 ore.

“Abbiamo trovato la nostra cara Rosa in camera mortuaria, chiusa in un sacco con il nome su un cartellino. Una scena che non dimenticherò mai”, racconta, ancora sconvolto, il compagno Giusto Santoro.

La vicenda inizia venerdì sera, quando Rosa, colpita da un malore, viene soccorsa dal 118 e portata al Civico. Dopo i primi controlli in pronto soccorso, viene trasferita in terapia intensiva. “Mi dissero di tornare il giorno dopo alle 13 per avere notizie – spiega Santoro – ma quando chiesi informazioni mi risposero che non c’era nessuna paziente ricoverata con quel nome. Solo dopo molte ore seppi che era morta nella notte”.

La comunicazione del decesso è arrivata, paradossalmente, solo quando Santoro si trovava già davanti al corpo della compagna: “Attorno alle 15 mi chiamarono i carabinieri per informarmi della morte di Rosa. Una beffa: quasi dovetti giustificarmi con loro. È assurdo”.

La direzione dell’ospedale Civico, in una nota, ha ricostruito la vicenda sottolineando che “il medico di guardia della terapia intensiva, constatato l’aggravarsi delle condizioni della paziente, ha cercato invano di contattare i familiari con molteplici telefonate. Dopo il decesso, non riuscendo a rintracciarli, ha avvisato i carabinieri che, recatisi al domicilio, non hanno trovato nessuno e sono poi rientrati in ospedale per riferirlo al medico”.

Una versione che non lenisce la rabbia e il dolore dei parenti: “Rosa non meritava di essere trattata così. Negli ospedali – conclude Santoro – ci vuole più umanità e più rispetto nei momenti di massima sofferenza. I familiari non possono essere lasciati soli, senza notizie”.