Palermo, guerra tra fratelli per due società immobiliari: sequestrati beni per 1,5 milioni di euro
Una lite familiare, iniziata come una disputa societaria, è sfociata in un’indagine penale e in un maxi sequestro di beni. La Guardia di Finanza di Palermo, su disposizione del gip e su richiesta della Procura, ha posto sotto sequestro otto immobili e disponibilità finanziarie per un valore complessivo di oltre 1,5 milioni di euro, nell’ambito di un’inchiesta per infedeltà patrimoniale.
Al centro della vicenda, due società immobiliari palermitane, le cui quote erano in mano a quattro soci: due fratelli e due sorelle. Proprio queste ultime, già nel 2017, avevano deciso di esercitare il diritto di recesso per contrasti sulla gestione. Ritenendo però sottostimata la valutazione delle loro quote, avevano avviato un arbitrato. Durante il procedimento, le due donne scoprirono che i fratelli — amministratori delle rispettive società — avevano ceduto alle proprie mogli diversi immobili in pieno centro a Palermo, a prezzi ben inferiori a quelli di mercato.
Secondo l’accusa, le operazioni avrebbero svuotato i patrimoni societari, privandoli anche di importanti entrate da locazioni e concessioni per ripetitori di telefonia. Nel dettaglio, in una delle società sarebbero stati venduti alla moglie di uno degli amministratori sette appartamenti in un unico stabile del centro, senza congruo prezzo e senza garanzie. Nell’altra, invece, cinque immobili in una piazza centrale sarebbero stati ceduti a un’altra moglie, con pagamento solo parziale e incasso degli affitti successivamente intascato dalla nuova proprietaria. Quattro di questi immobili, acquisiti da uno degli indagati, sarebbero stati rivenduti nel 2023 a terzi.
Il giudice ha disposto il sequestro preventivo di otto immobili (valore stimato 760mila euro) e di somme di denaro per circa 800mila euro. Una faida familiare che, dalle stanze degli avvocati, è finita nei fascicoli della magistratura, trasformando un dissidio tra fratelli in un caso giudiziario milionario.