Lo squallore della Sicilia impantanata fra nomine e appartenenze politiche
Tenuto conto che la normale attività amministrativa è, fondamentalmente, compito degli assessorati, dei dirigenti degli uffici, si può ben dire che la maggior parte del tempo i politici di governo la passano a giocare al risiko delle nomine e degli incarichi, oltre che, naturalmente, alla spartizione dei fondi di bilancio, fra variazioni, assestamenti, manovre, anche questi ormai retaggio della spartizione politica.
Ormai, si aprono i giornali, la mattina, per leggere solo il borsino delle nomine.
Torna alla ribalta la SAC, la società di gestione dell’aeroporto di Catania, per la quale non si scelgono nomi competenti in materia aeroportuale ma c’è una ben precisa distribuzione delle poltrone: sembra uno schema calcistico, se non fosse per il numero inferiore di giocatori, 3-1-1 che vuole dire 3 consiglieri di amministrazione a Fratelli d’Italia, 1 al Movimento per l’Autonomia di Raffaele Lombardo e uno a Forza Italia nella persona del Amministratore delegato designato e riconfermato, Nico Torrisi.
Come sono lontani i tempi i tempi della Fiamma Tricolore, ormai ridotta ad un simboletto posticcio, quando dai palchi Almirante tuonava e parlava di trasparenza, di legalità, di buona e onesta politica
Le nomine sanitarie e le appartenenze politiche in Sicilia
Ma in terra etnea, non sono solo queste le nomine che tengono banco, non solo per le scelte ma, di più, per le fibrillazioni che portano dietro, dentro le coalizioni.
All’ASP di Catania c’era da coprire il posto di Direttore Sanitario, viene indicato un primario di radiologia di Acireale, ci resta male Fratelli d’Italia che, nell’originaria spartizione, deteneva l’assegnazione, in quota Razza.
Peraltro, nessuno dei commentatori si stupisce come Fratelli d’Italia, dopo la prima infelice e infausta nomina del direttore sanitario dimesso, possa ancora rivendicare diritti sulla poltrona.
A chi appartiene il nuovo Direttore sanitario? E qui scatta il carosello delle appartenenze: la scelta è stata fatta, naturalmente dal Direttore Generale dell’ASP, al netto delle ovvie consultazioni, interne ed esterne all’assessorato alla sanità, un DG espresso dalla Lega di Sammartino, il nome dell’eletto viene accostato, per amicizia personale e provenienza geografica, a D’Agostino di Forza Italia, si scopre poi che era in corsa, per le nomine dei Direttori Generali, all’epoca delle ultime designazioni, per l’MPA di Raffaele Lombardo, vicino all’ex assessore regionale Scavone. Un rompicapo … e volete che i politici abbiano tempo di occuparsi di altri aspetti della politica?
Recenti le altre fibrillazioni, sempre nel cuore di fratelli d’Italia, per le designazioni palermitane di Salvatore Iacolino e Alberto Firenze, rispettivamente al dipartimento Pianificazione strategica e all’Asp di Palermo.
Fratelli d’Italia voleva, ad ogni costo, la nomina di un altro dirigente al dipartimento.
Se andassimo a ritroso, troveremmo mille altri casi di questo genere.
Variazioni di bilancio e spartizioni territoriali
E di appartenenze, di paternità politica, si parla tanto anche a proposito delle variazioni di bilancio all’ARS.
Una volta si chiamava Tabella H, poi si chiamarono mance e mancette, concesse anche, come zollette di zucchero, ai deputati di opposizione … per addolcirli.
Tramontato il periodo delle mance, vocabolo, invero, sconveniente, per i deputati, si parla ora di ‘opere territoriali’. Ma non per tutti i territori, come, del resto non per tutti i deputati.
Perché dietro ogni opera, impianto sportivo o edificio sacro, c’è sempre il proponente, con tanto di sigla politica di appartenenza.
Leggi anche: Centrodestra in tensione: tra manovra, nomine e il ritorno di Sammartino