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Musumeci a 360° sul bailamme della politica siciliana alla convention di Fratelli d’Italia per i tre anni del governo Meloni

di Cesare Pluchino -





Un Musumeci esuberante e straripante alla convention di Fratelli d’Italia, al Marina Yachting del Molo Trapezoidale del Porto di Palermo, per celebrare i tre anni del governo Meloni

Il suo intervento alla platea e le dichiarazioni riprese dalle maggiori agenzie di stampa sono stati incentrati tutti sui più scottanti problemi della politica siciliana, non è mancato, naturalmente, un accenno alle situazioni che hanno determinato le vicende giudiziarie del momento e un altro alla politica nazionale con riferimento alla manovra finanziaria in atto.

Particolarmente atteso il suo intervento ascoltato, dalla prima fila, dal suo successore a Palazzo d’Orleans, il Presidente Renato Schifani che, nella particolare situazione politica attuale, era intento a verificare i rapporti con il maggiore partito della coalizione

Da parte dell’ospite, il commissario regionale Luca Sbardella, non c’è stata l’investitura per uno Schifani bis, si è limitato a dire che il Presidente ha lavorato bene e che il suo nome è, comunque, sul tavolo, per la sua stessa successione. 

A Schifani non è rimasto che incassare l’endorsement e illudersi dei buoni rapporti e delle convergenze con il partito della Meloni con la quale governa in parallelo.

Ma le parole di Nello Musumeci erano particolarmente attese, se non altro per l’ultima provocazione del suo pupillo Manlio Messina che aveva fatto palesare come possibile ipotesi il ritorno dell’ex presidente alla guida dell’isola. 

Tocca tutti argomenti sensibili e altrimenti non potrebbe essere: non tralascia di mettere in evidenza quanto di buono fatto dal suo governo, soprattutto in tempo di covid, poi, con lo stile tutto suo, passa a bacchettare tutti, ma non i suoi.

Polemico quando dice che, se manca l’acqua, è solo perché non riusciamo a conservarla: “Eravamo l’unica regione italiana a non avere l’autorità di bacino – dice -. Eppure, una legge dell’89 la prevedeva da anni. E noi l’abbiamo creata in soli tre mesi, nel 2018, e da allora è iniziata una seria programmazione per le risorse idriche”.

Inevitabile andare al tema del momento, la magistratura: “Non siamo contro i magistrati”.

“Ben venga la riforma della magistratura, noi non siamo contro i magistrati ma contro quella minoranza di magistrati di sinistra che continua fare politica e ha avuto in appalto il mandato di mandare a casa il governo di destra. Lo ha detto un ex presidente dell’Anm.”

Ha concluso sull’argomento affermando che la gran parte dei magistrati sono persone per bene, non rinnegando quando detto a proposito di quella parte di magistrati che fanno gli esecutori.

Il clou dell’intervento non poteva non essere il tema delle inchieste giudiziarie che stanno scuotendo la Regione e qui affermazioni forti: “Tutti sappiamo: la Regione è stata fondata sul sistema clientelare e sul consociativismo parlamentare la cui testimonianza più alta è rappresentata non dall’uso, ma dall’abuso del voto segreto. Questo non vuole toglierlo nessuno, perché serve, anche al centrodestra. Serve a mandare messaggi, a ricattare e a vendicarsi. Parlo con cognizione di causa».

Poi afferma che è ipocrita chi si sorprende per il caso DC “La buona politica dovrebbe intervenire prima della magistratura” un messaggio per dire che molti sanno ma non parlano.

Del caso Cuffaro dice che «Dobbiamo restare vigili rispetto a chi sta accanto a noi, a un palmo da noi, e voi mi capite» e ancora “La Regione siciliana è fondata sul sistema clientelare e sul consociativismo parlamentare, lo diceva Giuseppe Alessi parlando nell’immediato dopoguerra. Quindi, nessuno si sorprenda. Il problema è capire se si accetta questo sistema e si diventa complici o se invece ti metti di traverso e allora ti isolano e diventi divisivo, diventi un problema”.

Non è mancato, fra gli interventi di Musumeci e le risposte ai giornalisti, anche un cenno alla manovra verno nazionale, con una serie di rilevi positivi sulle misure più significative che dimostrano come le promesse siano state mantenute, affermando in conclusione: “Abbiamo risolto tutti i problemi? Certamente no, ma abbiamo dimostrato che un’azione di governo seria con una stabilità che non ha precedenti può benissimo fare dell’Italia una potenza internazionale credibile, autorevole, destinata ad assumere un ruolo diverso rispetto a quello marginale che ha avuto nel passato”.

Ma dove Musumeci ha lasciato tutti basiti è stato quando ha toccato la figura del Presidente dell’Assemblea Regionale, Galvagno, che ha esortato a lavorare con serenità.

“Ho detto al presidente dell’Ars Gaetano Galvagno di continuare a lavorare con la stessa serenità e con la stessa autorevolezza con cui ha lavorato finora. Non abbiamo scheletri nell’armadio. Siamo fiduciosi del lavoro della magistratura ma dobbiamo tenere alta l’attenzione. Molto alta. Perché dobbiamo essere vigili, soprattutto su quelli che stanno accanto a noi, a un palmo di distanza. E voi mi capite…”

Tutto qui, è come se non fosse accaduto nulla, chi pensava che Musumeci avesse potuto dire anche qualcosa sulle vicende che hanno toccato e toccano la corrente turistica di Fratelli d’Italia è rimasto deluso.

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