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Medici siciliani contrari alle nuove farmacie ambulatorio

di Dario Fidora -





Le carenze del Ssn e delle strutture ospedaliere pubbliche non si risolvono affidando a professionalità diverse competenze di natura clinica, contestano i presidenti degli ordini dei medici siciliani, Cromceo Sicilia. Occorre piuttosto il potenziamento del personale medico esistente e un piano straordinario di assunzioni. 

Il “ddl Semplificazioni” approvato lo scorso 26 marzo dal Consiglio dei ministri prevede, tra le varie disposizioni, l’erogazione in farmacia di prestazioni del Servizio sanitario nazionale, anche in locali separati da quelli ove è ubicata la farmacia, con la diversa denominazione di “farmacia dei servizi”, ove è possibile fruire di prestazioni sanitarie attraverso dispositivi medici necessari al trattamento dei pazienti in assistenza domiciliare, residenziale e semiresidenziale; prestazioni analitiche di prima istanza (test per glicemia, emoglobina, urine, etc.); la possibilità che i farmacisti, appositamente formati, possano somministrare tutti i vaccini individuati dal Piano nazionale di prevenzione vaccinale nei confronti dei soggetti di età non inferiore a dodici anni; effettuare i test diagnostici per il contrasto all’antibiotico-resistenza, a supporto del medico di medicina generale e del pediatra di libera scelta; scegliere (senza lunghe code e ritardi negli uffici pubblici) il medico di medicina generale e il pediatra di libera scelta tra quelli convenzionati con il Servizio sanitario regionale. 

“Le farmacie trasformate in ambulatori potrebbero rivelarsi concorrenziali con la pratica medica, facendo nascere equivoci e disallineamenti clinici. Per questo riteniamo non sia la soluzione più virtuosa per limitare le gravi carenze del sistema sanitario nazionale, che avrebbe invece bisogno del potenziamento del personale medico già in campo con un piano straordinario di assunzioni. Le ‘farmacie dei servizi’ disegnate nel Ddl dal Consiglio dei ministri come presidio strutturato del sistema salute è una visione romantica, ma inappropriata, che estende la filiera sociosanitaria senza rendere giustizia al sistema salute”. I presidenti siciliani del Coordinamento regionale degli ordini dei medici e degli odontoiatri (Cromceo Sicilia) commentano così le novità introdotte dal Ddl semplificazioni 2024 in materia di “farmacie di servizi” e le linee di indirizzo regionali “per la sperimentazione dei nuovi servizi nella farmacia di comunità” emanate il 14 maggio scorso dall’assessorato regionale della Salute.  

Per Cromceo Sicilia, “sebbene la ratio dei due provvedimenti, nazionale e regionale, risponda all’esigenza di sopperire in fretta all’inadeguatezza del Ssn, è necessario segnalare la tensione e la demotivazione di tutti i medici di fronte ad una possibile deriva delle loro competenze e professionalità, che inevitabilmente si determinerebbero con l’assunzione di nuovi ruoli assegnati alle farmacie, anche di natura clinica”.

“Il malessere organizzativo, la carenza degli organici ospedalieri e la disparità economica dei professionisti italiani rispetto ai loro colleghi europei – sottolineano i presidenti provinciali – sono difficoltà gravi che andrebbero affrontate e risolte con più risorse dal Governo centrale. Il medico per vocazione e studi è la figura deputata a garantire salute alla popolazione, l’allargamento alle ‘farmacie dei servizi’ socio assistenziali in modo strutturale annullerebbe anche il rapporto intimo tra paziente e medico, che ha la titolarità del presidio del territorio e ad oggi è l’unico professionista immediatamente riconoscibile dal cittadino”.

Perplessità sulle “Farmacie dei servizi” è stata espressa anche da una lettera aperta al Ministro della Salute diffusa dalla Società di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SITI).

“Nonostante questo Disegno di Legge ponga attenzione sul tema della formazione e della sicurezza ai fini della erogazione delle citate prestazioni all’interno delle farmacie si legge nella nota-, riteniamo fondamentale che, nel corso dell’iter di approvazione, il Parlamento possa rimandare a successivi decreti attuativi la definizione di questi aspetti, meglio disciplinando sia i criteri di qualità relativi alla formazione del personale addetto alla somministrazione dei vaccini, che il percorso prescrittivo delle vaccinazioni, soprattutto per quanto riguarda i pazienti anziani e fragili, che spesso assumono terapie concomitanti tali da richiedere una approfondita valutazione anamnestica”.

Foto di CDC su Unsplash