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Agricoltura

L’Isola degli specchi: la nuova frontiera dell’agrivoltaico

di Marco Gullà -





Il paesaggio agricolo siciliano che cambia: sempre più colossi e multinazionali investono sul fotovoltaico e anche sull’agrivoltaico. Così nell’isola tantissimi proprietari terrieri vendono i loro ettari a prezzi ovviamente vantaggiosi. Un bell’affare: si va dai 1.500 ai 3mila euro l’ettaro di affitto all’anno, mentre chi propone di comprare può anche offrire oltre 30 mila euro all’ettaro. In campo una pletora di intermediari, che agiscono per conto di multinazionali europee (soprattutto olandesi e francesi), ma anche di Paesi extra-Ue: “A Trapani sta succedendo qualcosa di preoccupante – dice Giovanni Di Dia, segretario Provinciale della Flai-Cgil di Trapani – non c’è ricambio generazionale, così molti proprietari terrieri anziché lasciare morire i loro terreni, preferiscono vendere e vi posso dire che c’è anche chi ha venduto terreni ad offerte importanti, oltre quaranta mila euro per un ettaro. Se avessero venduto anni fa prima di questo boom del fotovoltaico, non sarebbero potuti andare oltre i ventimila. Quindi è ovvio che tutti vendono. Se arrivano con valigie di soldi, difficile dire no in questo periodo così delicato per l’agricoltura”. “L’agrivoltaico è un valore aggiunto per l’agricoltura – spiega Giancarlo Ghidesi, vicepresidente di Aias (Associazione italiana agrivoltaico sostenibile), coo di Remtec e speaker a Fieragricola Tech. “È la strada per produrre energia pulita, che serve anche a decarbonizzare il settore senza perdere ettari di suolo, grazie a impianti elevati da terra che permettono un’agricoltura estensiva e meccanizzata senza deturpare il paesaggio”. I campi dell’entroterra e del trapanese, da secoli a vocazione agricola, diventano quindi enormi campi di pannelli fotovoltaici. I più grandi d’Europa e tra i più grandi del mondo: “A breve la nostra isola sarà un grande specchio – dice Nicola Vinci, presidente di Cantine Europa – ci sono sempre meno viticoltori, gli agricoltori sono stanchi, i costi soni alti e i guadagni bassissimi. Ovvio che se arriva l’offerta giusta vendono tutto. Per me non è una cosa positiva, la Sicilia è famosa anche per la sua agricoltura, per i suoi paesaggi, gradualmente sfregiati da questi pannelli. Ok con l’energia più pulita, ma saremo una terra con meno agrumi, con meno vino”. Troppi costi, ricavi bassi, così i proprietari terrieri vendono per un profitto sicuro: “La chiamano modernità o sviluppo sostenibile, a me sembra più decadenza – dice Pino Riggio, viticoltore ragusano – ma non è neanche giusto essere severi con coloro che accettano. Nelle condizioni attuali, che si sono determinate, forse la loro scelta, dal punto di vista individuale, è la più razionale”. Le campagne dell’Ennese, le valli e gli altopiani delle terre del Verga, tra Vizzini, Mineo e Militello, potrebbero non essere più coltivati per decenni. Lo stesso discorso vale per Centuripe, Assoro, Castel di Iudica, Ciminna. Ma anche Noto e Canicattini, a qualche decina di chilometri dal barocco Unesco. I progetti di mega parchi fotovoltaici stanno sempre più facendo breccia. “Sono stato tra i primi a vendere i miei ettari – dice un agricoltore siracusano – i miei figli per fortuna fanno altro nella vita e così vista la mia età non potevo più coltivare, allora ho venduto e adesso nei miei terreni ci sono solo pannelli. Ho comprato una casa con i soldi delle vendite e ho detto addio al mio lavoro, credo che l’agricoltura soprattutto in Sicilia sia arrivata ad un bivio”. Una Sicilia più green ma con meno vino e agrumi, un allarme lanciato anche da Coldiretti: “La Sicilia sta diventando l’Isola degli specchi. Vanno fermate le speculazioni che imperversano e la stanno trasformando nella più grande distesa di pannelli per la produzione di energia”. Secondo Coldiretti “migliaia di ettari sono ormai improduttivi e non solo questo va a discapito delle più importanti produzioni”. E ancora: “I pannelli influiscono anche sull’ambiente, sul panorama, sulla sostenibilità e su ogni altro aspetto che riguarda il valore aggiunto della nostra regione”.