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L’INTERVISTA – Davide Faraone: “Schifani? Voto tre. Non ho mai visto la Sicilia tutelata”

di Salvatore Cannata -





Davide Faraone, palermitano, 49 anni, è il leader siciliano di Italia Viva. Prima uomo forte del PD nell’Isola, Faraone ha scelto di continuare il suo percorso politico con Matteo Renzi. Dal 13 ottobre 2022, è deputato alla Camera per Italia Viva, dopo essere stato senatore della Repubblica eletto col Partito Democratico alle Politiche del 2018 per poi passare, appunto con i ‘renziani’ a Montecitorio, di cui è capogruppo dal novembre del 2023. La Sicilia, resta focus della sua azione politica e spesso interviene nel dibattuti sui temi forti dibattuti nell’Isola.

Onorevole Faraone, come sta Italia Viva in Sicilia?
Il partito gode di buona salute, c’è una classe dirigente composta prevalentemente da giovani, donne e professionisti, niente notabili, tromboni, ma donne e uomini che hanno voglia di impegnarsi, molto attenti alle tematiche della regione e che soprattutto lavora per rafforzare IV sui territori. Abbiamo portato avanti la battaglia sul caro voli, nostra la battaglia sulle nomine dei manager della Sanità. Da sempre abbiamo affermato un principio: fuori la politica della sanità. La classe dirigente è attenta e il partito in crescita.
Qualche ora fa, le agenzie hanno pubblicato una sua dichiarazione in cui lei critica in modo secco l’ipotesi di far votare, nello stesso giorno per le Europee e le eventuali elezioni ‘provinciali’ nell’Isola. Perché?
Spero che Renato Schifani, dopo Saro Crocetta e Nello Musumeci ,non trascini le nostre province nell’ennesimo infinito commissariamento e rispetti le istituzioni. Votare a giugno, senza una modifica della legge Delrio in ambito nazionale, sarebbe illegittimo, anche se Schifani avesse un accordo firmato al bar con esponenti del Governo nazionale per una mancata impugnativa. Ci sono sentenze della Corte Costituzionale chiarissime sul tema e tentativi identici in passato hanno subìto l’impugnativa da parte del Consiglio dei Ministri. Quindi dopo anni in cui sono state impedite le elezioni di secondo livello ai sensi della Delrio, ci verrebbero impedite anche quelle di primo livello, figlie di un’eventuale modifica della Delrio. Un capolavoro.
Che voto da al governo di Renato Schifani e, più in generale, alla Sicilia che sta disegnando il suo esecutivo regionale?
Gli do 3. E’ chiaro ed evidente a tutti che si tratta di un governo che non sta facendo bene, disattese le riforme annunciate in campagna elettorale e poi è il governo siciliano che ha detto sì all’Autonomia Differenziata, un vero e proprio disegno criminale, che divide l’Italia e alimenta una sperequazione economica non indifferente. Non ho visto la tutela della Sicilia, così come non ci sono azioni forti in sostegno dell’agricoltura, settore strategico per tutta l’Isola. Se poi apriamo il file della sanità avrei bisogno di tre almeno pagine intere: la nomina dei manager come spartizione partitica del potere è aberrante, così come gli ospedali sono senza medici ed infermieri e pare che oltre a constatare il dato di fatto non si sia fatto altro. Le risorse poi sono esigue e gli utenti fuggono verso gli ospedali del Nord che sono più efficienti e meglio attrezzati. E poi la figuraccia sugli incendi, lo scippo dei fondi comunitari tolti alle infrastrutture siciliane e destinate al ponte sullo stretto. Il commissariamento inutile dei lavori sulla Palermo Catania che non ha prodotto alcun risultato è la stasi totale sul piano rifiuti. Chi più ne ha più ne metta, non ricordo una sola cosa positiva fatta da questo governo.
E il governo Meloni? Voi state proseguendo sul solco di una critica per così dire ‘non preconcetta’. Basta o c’è bisogno di qualcosa in più?
Sulla giustizia ci saremmo aspettati più garantismo e meno populismo penale, sulle riforme istituzionali più coraggio, non pasticci, sulle tasse tagli e invece Berlusconi avrebbe rivoltato le scrivanie contro gli aumenti previsti dal Governo Meloni e dalla sua maggioranza.
Come Italia Viva si prepara alle prossime Europee? Avrete anche candidati in Sicilia?
C’è chi pensa che le elezioni europee siamo una prova di forza tutta da spendere nelle beghe della politica italiana e c’è chi pensa che siano l’appuntamento che può rendere concreta la prospettiva degli Stati Uniti d’Europa. Noi stiamo con l’Europa; “Completare il più grande progetto di pace, di libertà, di integrazione” deve motivare l’impegno dei riformisti. No al diritto di veto, politiche economiche e fiscali federali, welfare universale, difesa e politiche migratorie comuni, elezione diretta del Presidente d’Europa, dovranno essere i temi della nostra sfida.