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Attualità

L’incontro di due popoli a Mazara del Vallo

di massimilianoadelfio -





di GIUSEPPE MESSINA
In un Mediterraneo a rischio militarizzazione e accerchiato dalle nuove superpotenze che spingono ad imporre supremazia e l’autarchia, tramite i conflitti regionali e il flusso incontrollato di migranti verso l’Europa, sottraendo all’Occidente le più importanti vie commerciali di collegamento tra Indo-pacifico e Atlantico, un interessante libro narra, anche attraverso scatti d’autore, di un luogo magico, a due passi dal Magheb e della storia di due popoli che hanno deciso di percorrere, tra mille insidie, un pezzo importante della storia mediterranea.
Ed è proprio nel Mediterraneo che merci, uomini, idee, saperi, tecnologia, modelli di comportamento hanno consentito la nascita e la propagazione della civiltà urbana, il progressivo sviluppo demografico, complessi rimescolamenti sociali e politici. Mazara del Vallo è descritto nel libro come il luogo nel quale le identità e le diversità dei popoli si sono aggregate per creare un nuovo modello di convivenza civile e di prosperità. E mentre in Israele prosegue incessantemente la guerra dopo gli attacchi di Hamas, in uno scontro tra civiltà, e nel Mar Rosso i guerriglieri Houthi tentano di destabilizzare la malata democrazia occidentale, attaccando le navi cargo dirette verso l’Europa, in Sicilia esiste un microcosmo considerato un modello di inclusione nel mondo. È il luogo più arabo d’Italia, dove da tempo vige la pacifica convivenza tra Occidente e Oriente, tra cristianesimo e islamismo. Tra storie e leggende. Lasciatevi condurre a Mazara del Vallo, la capitale peschereccia d’Italia, in un percorso tra passato, presente e futuro, in uno dei posti più caratteristici ed emblematici del Mediterraneo. Terra di incontro fra le culture greca, latina, araba ed ebraica. Passaggio di tantissimi popoli: Fenici, Greci, Romani, Ostrogoti, Bizantini, Arabi, Normanni, Angioini, Aragonesi, Borboni, in un continuo avvicendarsi, nei secoli, di usi e tradizioni che hanno mutato l’identità dei territori. Il posto magico che testimonia l’integrazione tra le culture e le religioni è uno dei quartieri di Mazara del Vallo, nel Trapanese.
È proprio questo luogo che è stato analizzato dal giornalista Giovanni Franco e dal già sindaco e presidente dell’Ars, Nicola Cristaldi nel libro: “Il canto della Casbah”, edizioni Libridine (172 pagine; 15 euro), in vendita nelle librerie e su internet. Il volume è stato presente ad ottobre alla Fiera internazionale del libro di Francoforte. Con i testi e le immagini di Franco in una sezione e con un lungo racconto tra storia e cronaca di Cristaldi in un’altra. Due copertine in un solo volume. “Un reportage a tutto tondo, in quei vicoli dal sapore arabo, per ascoltarne i sussurri e i suoni e fotografare i volti di uomini, donne e ragazzi intenti a interpretare un antico copione, quello della vita”, dice il giornalista Franco. Osserva Cristaldi, a lungo sindaco di questa città dirimpettaia delle coste africane: “Qui è nata la Casbah che per secoli nessuno ha più chiamato con il suo nome, dato che per centinaia di anni è stata il centro della città, il cuore di una comunità cresciuta con lo spirito della solidarietà. Lì gli abitanti sono stati Arabi, ma anche Normanni, Francesi, Spagnoli”.
E su Mazara del Vallo aggiunge “la preghiera cristiana e quella musulmana convivono. Da un lato le campane, a pochi metri di distanza la voce amplificata del muezzin che dall’alto del minareto modula con voce alta e possente, rivolgendosi ai quattro punti cardinali, la formula convenuta per richiamare i fedeli alle cinque preghiere stabilite dal Corano in cinque ore diverse del giorno”. “È questo un libro che inaugura la collana ‘Reverso – con immagini strepitose e inedite – dice Francesco Sferlazzo, direttore della casa editrice Libridine – che consegnerà alla memoria collettiva uno spaccato di una realtà senza tempo”. E’ possibile apprezzare nella lettura del testo le leggende che si fondono nella realtà narrate da Cristaldi che offrono la visione complessa di una “Città di Fenici venuti dal mare, di Arabi senza terra, di popoli nutriti dalla storia”. Città di miti e di illusioni, di musica e di silenzi nascosti. Città sazia di mistero e di futuro”. “Incamminandosi per queste strade, ricche anche di ceramiche installate a cielo aperto ci si imbatte nei cortili chiusi alla vista esterna, avvolti in un’atmosfera ovattata e in lunghi percorsi che si intrecciano tra loro in un labirinto, nel quale si ascoltano con l’immaginazione, storie tra realtà e fantasia” raccontate attraverso le foto di Franco.