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Nuova bufera sulla Iblea Spa. Ora i concorsi “taylor made”

di Luca Bonina -





I concorsi indetti da Iblea Acque per l’assunzione di due dirigenti e di quattro responsabili di servizio continuano a non convincere per niente. Il primo è stato annullato perché non regolarmente autorizzato ed il secondo sembra essere stato abilmente studiato a tavolino per favorire esclusivamente qualcuno. Lo scorso 5 gennaio L’Identità aveva già trattato lo strano caso della società Iblea Acque, la Spa partecipata da tutti i Comuni iblei aggiudicataria di un mega appalto trentennale, del valore di 1,5 miliardi di euro, destinati alla gestione del servizio idrico sul territorio grazie ai fondi del Pnrr. Un progetto in house providing presentato come una enorme opportunità ma che nei fatti, in sei mesi di vita, ha collezionato disservizi, debiti e denunce.

L’ultima segnalazione arriva dal consigliere comunale Gaetano Mauro, che ha presentato un esposto in Procura e denunciato irregolarità su alcune assunzioni ritenute poco trasparenti. Anche a seguito di tali segnalazioni, sono stati rifatti i bandi di gara per l’assunzione di due dirigenti e di quattro responsabili di servizio, ma ancora una volta sarebbe emersa qualcosa che non torna.
Il consigliere Gaetano Mauro, durante l’ultimo Consiglio comunale, ha fatto notare che, per poter partecipare al nuovo bando di gara, sono stati previsti requisiti tecnico-professionali molto stringenti che riducono enormemente il numero delle candidature idonee. Per Mauro si tratterebbe di uno eccesso di zelo pensato solo per pochissimi fortunati. Un eccesso che cozzerebbe con il principio secondo cui le pubbliche amministrazioni devono sempre ampliare il più possibile la platea dei partecipanti. La miccia delle polemiche si era innescata quando saltò fuori la vicenda di un presunto concorso nella pubblica amministrazione per quattro posti alla Iblea Acque Spa a cui si erano presentati solo nove candidati in provincia di Ragusa.

“Si era trattato solo di una selezione pubblica per quattro incarichi a tempo determinato, ovvero tre anni, destinato a candidati con titoli specifici”, ha specificato dall’amministratore unico della Iblea Acque Spa Franco Poidomani, che aveva così inteso sgomberare il campo da dubbi, in riferimento alla determina dello scorso 7 agosto per il conferimento di incarichi a tempo pieno e determinato per quattro figure professionali. All’appuntamento con il bando si erano presentati in nove, nonostante l’avviso fosse stato pubblicizzato nella sezione “amministrazione trasparente” del sito della società Iblea Acque. (Per Mauro invece si sarebbe potuto fare di molto più). Tra i quattro candidati idonei, due avevano già lavorato come consulenti esterni nella stessa azienda con un incarico di sei mesi. La società in house è l’ultimo discendente dei palazzoni creati dalla regione e dalle leggi nazionali: ATO rifiuti, ATO idrico, ATI, e tutto quello che ruota attorno a rifiuti, depurazione, acqua, fognature ed altro ancora. La consistenza l’ha data il Presidente dell’ATI: 163 pozzi, 34 sorgenti, 70 serbatoi, 165 impianti di sollevamento, 438 chilometri di reti idriche per adduttori in rete idrica, 1.207 chilometri di rete fognaria, 400 collettori, 23 depuratori, circa 141.000 utenze, con una pianta organica, prevista dal Piano d’Ambito, di 205 unità.

È nata con le migliori intenzioni e con l’obiettivo di gestire in maniera ottimale le risorse idriche del nostro territorio. “Ma sono sorte le prime perplessità – dice Salvatore Poidomani, segretario del Pd di Modica”. Le polemiche più rilevanti riguardano la nomina dell’amministratore unico, nella persona dell’ing. Franco Poidomani. “Si contesta che il predetto, essendo un dirigente in quiescenza, potrebbe ricevere solo incarichi a titolo gratuito e non un compenso, come quello attuale di 95 mila euro annui – spiega l’esponente democratico -. Sotto il profilo formale le procedure appaiono regolari, ma in tanti lamentano che occorrevano una maggiore trasparenza e pubblicità”.