Leggi:

Cronaca

L’impresa “familiare” dello spaccio: dieci arresti a Trapani

di Redazione -





di FLAVIA ROMANI
Una rete dello spaccio a “conduzione familiare” con incassi da duemila euro al giorno. È stata questa la scoperta arrivata, nell’ambito dell’inchiesta della Dda di Palermo, su una piazza di traffico di droga a Trapani, nel quartiere popolare di San Giuliano. Per presunta associazione a delinquere, quindi, sono state arrestate dalla polizia di Trapani dieci persone: sei uomini e quattro donne. Sette indagati sono finiti in carcere, tre ai domiciliari. Per altri due invece è scattato l’obbligo di dimora. La Squadra Mobile per le indagini ha seguito l’attività di questo nucleo familiare che funzionava a sistema come una vera e propria “macchina” di droga e soldi.
L’IMPRESA FAMILIARE
La “famiglia”, appunto, era dedita allo spaccio al dettaglio di diversi tipi di stupefacenti, tra cui cocaina, crack e hashish. A guidare questo sistema c’era il capo famiglia: un trapanese di 40 anni con precedenti specifici. L’uomo è ritenuto dagli investigatori non solo a capo dell’associazione a delinquere ma anche promotore dell’organizzazione. L’uomo, insieme all’aiuto della ex moglie, avrebbe adibito a luoghi di spaccio dapprima due abitazioni e un garage e di seguito – visto il “successo” dell’attività – un’intera piazza del rione. Oltre all’uomo è finito in manette anche un figlio della coppia, all’epoca dei fatti minorenni, che avrebbe confezionato e venduto in dosi la droga. Durante le indagini sono stati sequestrati circa 530 grammi di cocaina e crack e oltre 120 grammi di hashish. Si stima che il volume d’affari illecito ammontasse a circa 2.000 euro al giorno.
La famiglia lavorava in questo “fortino” costruito con immobili che avevano porte e finestre blindate, protette da sbarre di ferro. Lì sarebbero stati presidiati 24 ore su 24 da una rete di pusher. Un sistema di sorveglianza prevedeva inoltre nei muri perimetrali, delle telecamere per controllare l’identità degli acquirenti.
LE AZIONI ANTIDROGA
Dopo le prime azioni antidroga della Polizia, il gruppo avrebbe incaricato tre donne considerate “insospettabili” di gestire la distribuzione della droga, lasciando nei luoghi di spaccio solo la quantità necessaria per le vendite giornaliere. Le tre donne, poste agli arresti domiciliari nel dicembre 2020, sono state successivamente arrestate dalla Squadra Mobile di Trapani dopo essere state trovate in possesso di 366 grammi di cocaina. L’indagine ha permesso anche di identificare i fornitori della droga: tre residenti a Trapani, due dei quali sono stati posti in custodia cautelare in carcere e il terzo ha ricevuto l’obbligo di dimora.
Le risultanze investigative, compendiate nell’ordinanza del Giudice per le indagini preliminari, avrebbero dimostrato che il capo famiglia, insieme all’ex moglie, si sarebbe servito, per il confezionamento dello stupefacente e per le cessioni, tra gli altri, anche di uno dei figli della coppia, all’epoca dei fatti minorenne. Nei confronti del ragazzo, il Tribunale per i minorenni ha disposto la misura della custodia cautelare in carcere, eseguita stamani unitamente alle altre misure restrittive.