Laura Abbadessa rompe il silenzio: “Ho creduto nella rinascita della Dc, non in un ritorno al passato”
Dopo giorni di silenzio e di sussurri nelle stanze della politica siciliana, arriva la voce più attesa: quella della presidente della Democrazia Cristiana, Laura Abbadessa, che rompe il riserbo e affida alle parole un messaggio chiaro, netto, quasi confessionale. Le recenti intercettazioni che chiamano in causa Totò Cuffaro, fondatore e anima del partito rinato sulle ceneri della vecchia Dc, hanno scosso la base, alimentando dubbi e tensioni interne. Ma Abbadessa, con un tono che mescola disincanto e fermezza, rivendica le ragioni della sua scelta e del suo percorso politico: «Ho creduto in un progetto di riscatto, non in un ritorno al passato». Un incipit che suona come una presa di distanza ma anche come una dichiarazione d’amore per un’idea di politica più etica, “umana”, fondata, dice, sulla correttezza e sul coraggio. Ecco la sia lettera:
Ho scelto di fare parte della Democrazia Cristiana perché provengo da una tradizione familiare democristiana, perché sono cresciuta con i valori di questo partito ma, soprattutto, perché credo che chi, ad un certo momento, abbia la possibilità di dare un contributo debba farlo senza timori o calcoli, con coraggio e senso del dovere. Mi è stato chiesto, e io stessa a dire il vero mi sono domandata: ma proprio nel partito di Totò Cuffaro? Non lo conoscevo personalmente ma, come tutti, conoscevo le gravi vicende che lo hanno riguardato. Ho creduto che i trascorsi di un politico come lui, che ha patito la sofferenza del carcere e ha conosciuto l’errore e la caduta, costituissero la migliore garanzia per non tornare a sbagliare nel rinnovato impegno politico prospettato come suo personale percorso di riscatto. Ingenua? Forse. In ogni caso, rivendico il diritto all’ingenuità buona, quella che rende umana la politica: credere che la correttezza valga più del cinismo, che la legalità non sia uno slogan ma un metodo, che la Sicilia possa davvero cambiare se chi la rappresenta non ha nulla da temere dalla verità. Rigetto con fermezza ogni utilizzo malizioso o strumentale della mia elezione a Presidente della DC, ricondotto interessatamente, nelle conversazioni intercettate, a mere e risibili congetture: la mia storia personale e familiare è distinta e non è disponibile per alcuna operazione di scudo o di convenienza. Le indagini seguano il loro corso: confido pienamente nella magistratura e nel lavoro delle forze dell’ordine. A Totò Cuffaro, al quale spetterà difendersi nelle sedi opportune, auguro di poter chiarire la propria posizione. Così come agli altri. Sono convinta che la trasparenza dei fatti sia nell’interesse di tutti, a partire dai cittadini. L’attuale Democrazia Cristiana non si incarna in singole persone, ma è una comunità di giovani, di donne e di uomini perbene che, ogni giorno, lavorano nelle Istituzioni e nei territori nel solco della legge e delle regole. Questa comunità, che merita rispetto, andrà avanti con responsabilità ed intransigenza per realizzare i reali interessi dei siciliani. Per quello che mi riguarda intendo continuare ad impegnarmi per contribuire ad attuare quel cambiamento sistemico della prassi e della classe politica che i cittadini chiedono e che le vicende di questi giorni dimostrano essere ormai imprescindibile.
