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La triste storia di Miele. Il piccolo di Ragusa deve salutare i genitori adottivi

A febbraio, tornerà dalla madre naturale. Ma chi lo ha curato sinora, sta facendo di tutto per non lasciarlo andare via

di Redazione -





Comunque andrà a finire questa storia di Miele o Fortunato – chiamiamolo come si vuole -, non sarà una bella fine. Un lieto fine. Non se ne vede all’orizzonte. Anzi. Nubi e difficoltà sono quelle che appaiono. Nubi sul piccolo che paga sicuramente colpe non sue. Speriamo solo che tutto ciò che succede, tra vizi di forma procedurali, banchi della giustizia, richieste di genitori naturali e affidatari, amore che va e viene, non abbia altre conseguenze su un bambino che ha avuto la sfortuna di nascere in un luogo sbagliato, in un momento sbagliato e in circostanze sbagliate. Che sia poi da persone sbagliate, non sta a noi dirlo e giudicarlo. Miele però, dopo qualche ora di irrazionalità, ha conosciuto l’amore di medici e infermieri e poi un altro genere d’amore ancora più forte. Nessuno giudichi nessuno, sicuramente. Ma questa storia che arriva da Ragusa, che ha compiuto tre anni come il piccolo, meriterebbe di vedere la parola fine. Scritta presto e scritta bene. Tra ripensamenti e pentimenti forse tardivi, invece, si trascina e va avanti. Una storia dove amore e sicurezza si mischiano a paura e insicurezza. Intanto, slitta al gennaio del prossimo anno il ritorno dalla madre naturale di Miele, il bambino oggi di tre anni che era stato abbandonato (più o meno fintamente) alla nascita in circostanze piuttosto anomale e controverse, nel novembre del 2020 a Ragusa, davanti ad una macelleria. Alla macelleria di chi è il padre naturale e che aveva finto di abbandonarlo dicendo poi di averlo trovato avvolto in una coperta, vicino ad un bidone della spazzatura. Il piccolo fu portato in ospedale a Ragusa, accudito e riscaldato prima di essere affidato alla famiglia che aveva presentato richiesta di adozione. Nel frattempo mentre sembrava che lì, con quella famiglia, ci fosse la sua prima e definitiva casa, la madre naturale lo ha reclamato e ieri doveva essere il giorno in cui lei lo aveva con sé. C’è da capire se la donna voglia riaverlo perché pentita di ciò che aveva fatto scegliendo di liberarsene il giorno in cui lo diede alla luce oppure per un senso di giustizia perché racconta che fu una scelta del padre di mettere su la pantomima del finto abbandono e del ritrovamento mentre lei gli aveva semplicemente detto di portarlo in ospedale.
A fare rinviare ieri il trasferimento dai genitori affidatari alla madre naturale, è stato un provvedimento del Tribunale per i Minorenni di Catania che ha nominato un collegio di periti per una valutazione sulle modalità e sull’approccio da tenere nel ritorno dalla madre naturale che dovrà avvenire, comunque, entro il prossimo 30 gennaio. A trovare il neonato mai perso, fu, appunto, il padre naturale, macellaio ragusano, che finse di essersi casualmente imbattuto nel piccolo davanti alla macelleria. Miele, era nato da una relazione extraconiugale dell’uomo con una donna di Modica che aveva già altri due figli, compresa una ragazzina di cui è lui il padre. L’uomo, è già stato condannato a due anni per abbandono di minorenni. E con la stessa accusa, è a processo, con udienza a febbraio del 2024, in tribunale a Ragusa, la madre che adesso chiede di potere riavere suo figlio. Miele è in affido alla coppia che ne ha chiesto l’adozione. La Corte d’appello di Catania, con provvedimento confermato dalla Cassazione, ha trovato un vizio di forma nella procedura di affidamento e ha disposto che torni dalla mamma. La coppia, intanto, ha lanciato anche una petizione online sul portale Change.org: “Lasciate Miele con la sua mamma e il suo papà”. Petizione che ha già raccolto oltre 39 mila firme. Sul caso, c’è anche un’interpellanza urgente alla Camera, ai ministri della Giustizia, dell’Interno e della Famiglia, firmata da deputati della Lega e di Forza Italia. Nell’atto, prima firmataria l’ex magistrato Simonetta Matone, si chiede “quali iniziative si intendano intraprendere per la tutela del diritto fondamentale del minore e della sua vita privata e familiare“.