La protesta dei lavoratori Enel: “Noi In piazza per gli utenti”
Bandiere, striscioni e fischietti per richiamare l’attenzione. Erano quelli degli associati di Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec UIL e dei rappresentati dell’Ugl di Catania al presidio di protesta organizzato di fronte al Palazzo della Regione contestualmente allo sciopero nazionale di otto ore che ha coinvolto i lavoratori di tutte le società del Gruppo Enel. A Catania e provincia la vertenza riguarda 600 lavoratori e rivendica una soluzione soddisfacente per le future relazioni industriali, un piano industriale che al momento non è condiviso con conseguenti, grandi preoccupazioni dei rappresentanti sindacali sul futuro delle aziende e un “no” deciso alla liberalizzazione senza regole. Secondo i sindacati esiste una chiara volontà di fare cassa sul costo del personale e, al contempo, una contrazione degli investimenti per migliorare le parti più deboli della rete elettrica. Tutto ciò potrebbe far sì che i gravissimi black-out dell’estate 2023, (con utenti rimasti senza energia elettrica per oltre 72 ore) possano riproporsi, con ripercussioni ancora più gravi per le strutture ospedaliere e per i servizi di pubblica utilità. “Il nuovo Management che si è insediato circa un anno fa – spiega Fabrizio Frixa, responsabile del settore elettrico per Filctem Cgil Catania – sta pian piano smantellando pezzetto per pezzetto quella che era una realtà. Quello che l’azienda sta proponendo in questi mesi è quello di uscire fuori da quello che era un percorso virtuoso, che riguardava le energie rinnovabili”. Una protesta, dunque, mirata a tutelare i consumatori, con un occhio vigile al futuro dei lavoratori: “La preoccupazione per i lavoratori c’è – spiega Domenico D’Antone della Uiltec – perché vengono passati lavori a società piccole che non possono garantire nel futuro i servizi necessari per la città e per gli utenti. Le linee sono molto obsolete e non si fanno investimenti per migliorare il servizio, quindi è una condizione che noi denunciamo, non per i salari ma perché vogliamo che l’utente abbia un servizio decente”. Sulla stessa scia anche Carmelo Giuffrida, segretario provinciale dell’Ugl: “Protestiamo a favore degli utenti in quanto fruitori di un servizio che così facendo diventerà un servizio pessimo. Non possiamo dimenticare quello che è successo a Catania quest’estate. Ma la cosa che più ci preoccupa è anche l’esternalizzazione alle imprese esterne perché si tratta di ditte che fanno parte del settore elettrico, con lavoratori che non hanno la formazione dei giovani dell’Enel, soprattutto per quanto riguarda la sicurezza. In sostanza rischiamo anche che si verifichino altri infortuni sul posto di lavoro”. Un quadro preoccupante, dunque, come conferma anche il segretario nazionale della FLAEI Cisl, Michele Spitale: “Questa non è assolutamente una rivendicazione salariale, ma è semplicemente la contestazione di un piano industriale arretrato o comunque che arretra rispetto a quello che è il terreno che Enel aveva recuperato negli ultimi anni. Il nuovo managément sta immaginando di mettere in liquidazione un’esperienza sessantennale, questo lo notiamo noi dall’interno, mentre i cittadini lo vedranno nell’erogazione dei servizi e nell’impennata dei prezzi”.