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Cronaca

La nuova politica di Cosa Nostra: estorsioni, droga e appalti

di Redazione -





di REDAZIONE -La nuova politica di Cosa Nostra: estorsioni, droga e appalti

La mappatura della commissione regionale antimafia sull’attività della criminalità organizzata è stata presentata ieri all’Ars. La nuova mappatura descrive una nuova politica di Cosa Nostra sulle estorsioni e sulle attività. Dopo un anno di audizioni fatte in tutte le province, l’organismo presieduto da Antonello Cracolici ha ricostruito le nuove modalità delle cosche. Nel corso dell’anno si sono tenuti nove incontri, svolti nelle sedi prefettizie dell’Isola, eccezion fatta per i Comuni di Favara, Acate e Castelvetrano, scelti per un peculiare tratto criminale o, come nel caso di Castelvetrano, perché all’indomani della cattura del boss latitante Matteo Messina Denaro. Nel corso dei nove incontri con i prefetti, la Commissione ha ascoltato 19 procuratori capo, 4 procuratori antimafia, i questori, i comandanti provinciali della Guardia di finanza e dei Carabinieri, nonché i vertici delle direzioni investigative antimafia delle singole province. Cosa ne è emerso? Sul racket le organizzazioni malavitose si presentano meno pressanti ma più capillari. Ne è emersa una mafia capace di “infiltrarsi sempre più nell’economia legale e in grado di stringere alleanze per competere con le organizzazioni criminali straniere, complice un calo generale della tensione antimafia nell’opinione pubblica e una scarsa incidenza delle associazioni antiracket che ha permesso negli ultimi anni nuove forme di raccolta del pizzo”. Il Sistema di estorsione, difatti, presenta anche elementi di connivenza da parte degli estorti, con difficoltà da parte della società civile nel combattere il fenomeno. Oltre alle estorsioni, il cuore delle attività delle associazioni malavitose rimangono le attività il traffico di stupefacenti con conseguente spartizione delle piazze di spaccio sul territorio. Il traffico di stupefacenti, porta in piazza fenomeni sconosciuti fino a qualche anno fa, come il crack, per il loro basso costo hanno conquistato nuove fette di mercato, soprattutto tra i giovanissimi di classi sociali trasversali. “Mentre l’organizzazione mafiosa controlla l’approvvigionamento delle grandi quantità, il mercato della trasformazione degli stupefacenti è affidato il più delle volte a gruppi familiari che, pur non essendo parte delle stesse organizzazioni mafiose, gestiscono la distribuzione al dettaglio” spiega la Commissione. Da qui molte delle emergenze segnalate dai sindaci ascoltati dalla commissione. “Lo spaccio è spesso l’unica vera fonte di reddito per interi quartieri segnati dal degrado. Numerosi sono gli episodi di violenza e criminalità registrati sia per la ripartizione delle piazze di spaccio che per i reati commessi da chi consuma droga”. E difatti, legati al fenomeno dello spaccio, vi sono anche episodi di microcriminalità, con aumento della diffusione delle baby gang e prostituzione minorile. Per ultimo, ma non meno importante, la commissione sottolinea l’infiltrazione di Cosa nostra nell’economia legale, che passa dalla limitazione della concorrenza e la gestione degli appalti. Appalti e sub appalti dove vi è spesso disattenzione e confusione normativa. La Commissione chiede maggiore controllo nella Pa e di chi riveste responsabilità attivando tutti i sistemi di anti corruzione.