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Cultura

La Madonna di Sciacca, il culto nella memoria degli italo-americani 

L'identità italiana nel mondo

di Francesca Gallo -





Un silenzioso, lento e continuo pellegrinaggio sin dalle prime luci del giorno anima la Chiesa Madre. Per il popolo di Sciacca, città marinara sulla costa agrigentina, il 15 di agosto è la giornata in cui si rinnova la devozione nei confronti della propria patrona: la Madonna del Soccorso.
Un rito particolarmente sentito e radicato in cui fede e tradizione si mescolano per dare vita ad una manifestazione che muove l’intera città a rinsaldare un legame forte, intriso di riconoscenza e gratitudine nei confronti di colei che, invocata, mise fine a morte e pestilenza.

Quella nei confronti di Maria Santissima del Soccorso è una devozione antica quattro secoli che affonda le proprie radici nel lontano 1626, quando il popolo di Sciacca chiese l’intercessione della Madonna affinché la città venisse liberata dalla peste diffusa. Così fu, si gridò “al miracolo”, la Madonna del Soccorso venne eletta a Patrona della città e a Lei vennero dedicati due momenti celebrativi: l’1 e il 2 di febbraio e il 15 di agosto, appuntamenti a cui non manca nessun saccense, emigrati compresi. 

Madonna di Sciacca

Molti i saccensi d’America che ogni anno a ferragosto fanno rientro in città per vivere e partecipare ai solenni festeggiamenti in onore della patrona di Sciacca che hanno inizio con l’emozionante uscita dell’artistica vara secentesca, su cui viene collocato il pesante simulacro marmoreo della Madonna, ornato con gli ori e i coralli donati nel tempo dai devoti e condotto in processione, sulle spalle di un centinaio di marinai a piedi nudi, lungo il tradizionale tragitto che attraversa le vie cittadine, in un tripudio di gente. Il trascorrere dei secoli non ha mai scalfito il legame tra i saccensi e la Madonna del Soccorso, talmente radicato, intenso ed esteso, da sconfinare anche oltre oceano. 

Madonna di Sciacca

A Boston (Massachusetts) dove vive e risiede una numerosa comunità italo-americana di origine saccense, ogni estate, dal 1911, la prima domenica dopo il 15 agosto, viene dedicata ai festeggiamenti in onore di Maria Santissima del Soccorso, con una processione inserita nel contesto della locale festa dei pescatori, la “Fisherman’s Fest”. Anche a Norristown (Pennsylvania) la comunità di immigrati saccensi si dedicò con intensa fede a ricreare quella identica processione tanto amata nella propria terra d’origine e dal 1904 ebbe inizio la festa della Madonna del Soccorso, quale momento celebrativo che si caratterizza in un contesto di intensa religiosità mista a tradizione popolare e che coinvolge migliaia di persone.

Entrambe le celebrazioni, quella di Boston e quella di Norristown, vogliono festeggiare il particolare attaccamento di quegli uomini alla loro Madonna di Sciacca, ricreando spazi sacri che ne evocano il rito e la memoria. In quelle terre lontane gli “sciacchitani” d’America, parte degli oltre 25 milioni di italiani che dalla seconda metà dell’800 in poi si imbarcarono alla volta degli Stati Uniti in cerca di fortuna, a poco a poco, con onestà e attaccamento al lavoro, si ritagliarono spazi autonomi, nei quali seminare il senso più profondo del loro atavico passato. Quei semi di tradizione e cultura che avevano fino a quel momento custodito nel loro cuore e nella loro memoria, creando così un microcosmo antropico che echeggiava le origini siciliane. Uomini che hanno trasmesso ai loro figli, nati nella terra a stelle e strisce, la memoria delle loro radici, intrise di ricordi, anche amari, di povertà, supportati dal conforto della fede. Ed è proprio alla religiosità che si affidarono gli emigrati di Sciacca, realizzando, tra le prime cose nella nuova terra d’approdo, la costituzione di una società di mutuo soccorso, intitolata alla Madonna del Soccorso di Sciacca. La prima nacque nel 1904 a Norristown, un’altra associazione identica nella denominazione, fu fondata a Boston, il 5 settembre del 1910 – come riporta Giuseppe Montalbano nel suo libro “La Madonna del Soccorso di Sciacca. Storia del culto nelle vicende della città”.

Lo scopo delle associazioni di “mutuo soccorso” era e sarebbe rimasto quello di aiutare gli emigrati che si fossero avventurati verso il sogno americano in cerca di lavoro e fortuna, aiutandoli a superare le prime difficoltà, specie quelle della lingua, del ricovero e della ricerca di un lavoro. Ma la vera e principale motivazione restava quella di incentivare il culto alla Patrona, infondendolo alle nuove generazioni, delegando ad esso il compito di veicolare l’insieme delle tradizioni e della cultura che costituiva l’unico aggancio con il passato e l’identità di comunità trapiantata in America. 

Non si può non ricordare anche i numerosi figli di Sciacca emigrati in Germania, Belgio, Francia, Inghilterra, Australia, ma con gli “sciacchitani d’America” accadde qualcosa di diverso e di più profondo. Il culto verso la Madonna del Soccorso ha tenuto vivo non solo il ricordo e la memoria di un fatto antico occorso a Sciacca, ma ha dato a quegli antichi emigrati la speranza di un felice ritorno. 

A gettare le basi di un ponte ideale capace di annullare le distanze tra i due mondi, fu il compianto Don Andrea Falanga, arciprete della città di Sciacca, che si adoperò in favore di quanti da tempo meditavano di ritornare. Nel 1990, in occasione del completamento dell’intervento di restauro della Chiesa Madre, arrivò a Sciacca, per assistere alle celebrazioni di agosto, un gruppo di cento pellegrini da Norristown, guidati da Monsignor John Marine, pronipote di emigrati saccensi. Tra questi c’erano Raymond, Jimmy Bono Geany e Miki Falco, divenuto negli anni a seguire, guida per tutti quegli emigrati saccensi desiderosi di tornare ad omaggiare la propria Patrona. Fu l’inizio di un rapporto che negli anni si sarebbe fatto sempre più saldo e che ancora oggi, in occasione delle due feste annuali in onore della Madonna del Soccorso, richiama numerosi saccensi d’oltreoceano, a testimonianza di una religiosità popolare radicata, attorno a cui ruotano le dinamiche dell’intera collettività. 
Storia di un culto che ha inizio nel 1626 e a cui, a distanza di quasi quattrocento anni, la città e il popolo di Sciacca guardano con l’immutato fervore di sempre.

Madonna di Sciacca, Maria Santissima del Soccorso