Leggi:

Cultura

La “Diavolata” di Adrano tra storia e tradizione

di Elisa Petrillo -





La Settimana Santa di Adrano, in provincia di Catania, con le sue radici profonde nel tessuto storico e culturale della Sicilia, si dipana attraverso una serie di riti che ricordano gli ultimi giorni della vita terrena di Gesù Cristo, culminando nella spettacolare Diavolata di Pasqua. Questa celebrazione, che ha una storia lunga più di 250 anni, rappresenta uno dei momenti più intensi e partecipati della comunità di Adrano, una cittadina che vive questi eventi con passione e devozione. La Diavolata è la rappresentazione sacra dell’eterna lotta tra Bene e Male, un evento che incarna la spiritualità e l’arte, testimoniando la continuità di una tradizione che si tramanda di generazione in generazione. Il testo della Diavolata è tratto da “La Resurrezione” di Don Anselmo Laudani, scritto nel 1752, e vede attori dilettanti locali darsi battaglia in un confronto allegorico ricco di pathos. La settimana si apre con la rappresentazione della Via Crucis vivente, un percorso emotivo che inizia dal castello Normanno e si conclude nella chiesa di Santa Chiara, dove viene drammatizzata la crocifissione di Cristo. Le stazioni della Via Crucis rappresentano un viaggio nella fede che si sviluppa nel cuore storico di Adrano, unendo i partecipanti in un unico sentimento di riflessione e meditazione. La sera del giovedì Santo, la comunità si è raccolta attorno alla statua del Cristo alla Colonna, mentre il venerdì Santo è caratterizzato dalla processione della Madonna Addolorata e dal Cristo Morto, eventi che vedono la partecipazione attiva delle confraternite e della banda musicale, che esegue melodie tradizionali toccanti e significative. Nelle prime ore del sabato Santo, la Chiesa Madre di Adrano diviene teatro della Resurrezione, un momento di grande simbolismo e speranza. L’atto della Resurrezione si celebra con un rituale che vede la svelatura di un grande telo dell’XVIII secolo, un atto che in passato veniva interpretato dai contadini come presagio per le colture future. La Domenica di Pasqua, la città si anima con il giro delle statue del Salvatore, della Madonna e dell’Angelo, e la rappresentazione della Diavolata. I personaggi del dramma sacro, inclusi i diavoli Lucifer, Beelzebub, e Astarot, la Morte e l’Arcangelo Michele, si esibiscono in una rappresentazione che, ricca di musica e giochi di luce, affascina e commuove il pubblico in Piazza Umberto. La giornata si conclude con il momento della “Pace”, l’incontro tra Maria e il Cristo Risorto, che suggella il trionfo della vita sulla morte. Queste tradizioni non sono semplici manifestazioni folkloristiche, ma momenti di aggregazione e di identità collettiva che mantengono vive le radici e i valori della comunità di Adrano, unendo antichi riti a significati contemporanei. “La Settimana Santa ad Adrano incarna un duplice viaggio: uno interiore, di meditazione e fede, e uno esterno, alla riscoperta del nostro straordinario patrimonio tradizionale e culturale,” afferma il sindaco Fabio Mancuso. “È un periodo in cui la nostra comunità si riunisce non solo per condividere il rito religioso, ma anche per far rivivere e apprezzare, agli occhi dei numerosi visitatori che giungono nella nostra città, la ricchezza e il calore della cultura adranita.” La Diavolata è un esempio lampante di come elementi di varie epoche si fondono in un tutt’uno che rinnova la fede e la storia di una comunità con uno sguardo rivolto al futuro, ma con i piedi ben radicati nel passato.