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Attualità

La Corona, un simbolo di sovranità oltre l’umano

di massimilianoadelfio -





di ANTONINO SALA
La Casa Reale britannica è stata investita da una polemica stucchevole sulle condizioni di salute della Principessa del Galles Kate per una foto ritoccata. Da sempre la vita privata dei reali inglesi è sotto gli occhi dei giornalisti, come se non fossero fatti di carne e ossa come tutti noi, e come se questa potesse avere refluenze sulla vita pubblica di un’istituzione millenaria come la Monarchia. Le loro vite da fiaba o da incubo, a seconda da quale punto si giudicano, sono l’oggetto di una morbosa curiosità da parte di un pubblico interessato a conoscere qualsiasi aspetto, anche il più normale come una malattia o una crisi amorosa, come se tutto questo avesse un’importanza tale da imbrattare tonnellate di carta con supposizioni o ricostruzioni di ciò che dovrebbe rimanere solo un fatto privato e riservato, a meno che come hanno fatto Re Carlo III e Kate, nel caso delle loro condizioni di salute, non lo si voglia rendere pubblico, forse anche per ricevere quella umana compassione internazionale e interclassista da cui sono stati travolti ambedue. L’attuale sovrano del Regno Unito è stato trattato come un vicino di casa, un amico o un nonno di cui si viene a sapere di uno stato di salute preoccupante e a cui è naturale che si auguri una pronta guarigione. Ma il tema è un altro: ha senso chiedersi in maniera compulsiva come sta un membro della famiglia Windsor per i risvolti istituzionali che si potrebbero avere? No. Perché l’impianto istituzionale di qualsiasi Monarchia costituzionale non permette che pubblico e privato si mischino. Quella inglese è una democrazia liberale e lo è dai tempi di Re Giovanni “Senzaterra fratello” il quale concesse il 15 giugno 1215 la Magna Carta libertatum (Grande Carta delle libertà) nella quale venne sancito che la limitazione del potere regio e la salvaguardia delle libertà individuali. La forza di questa istituzione risiede sul suo intrinseco carisma e sulla continuità che riesce a garantire in ogni situazione, anche la più drammatica come può essere la malattia, una improvvisa dipartita, un rapimento o una incapacità mentale. La Monarchia ha fondamento mitico, sacrale e religioso. Lo abbiamo apprezzato in mondovisione durante l’incoronazione di Re Carlo, unto con un olio proveniente dalla Terra Santa estratto dalle olive bianche della rara varietà “Leucocarpa”, un tempo utilizzato nelle cerimonie di incoronazione degli imperatori di Bisanzio, nelle funzioni religiose quali battesimo, cresima, unzione dei malati, nell’ordinazione dei sacerdoti e dei vescovi e per alimentare le lampade nei luoghi sacri.
Un mix di simboli ancestrali e cristiano medievali che evocano il sacro: la designazione del sovrano per grazia di Dio. Ed anche il mito e la religiosità, perché il rito d’incoronazione manifesta e sancisce il legame del sovrano con l’Onnipotente e il popolo, divenendo lo stesso un Pontifex (“costruttore di ponti”) tra l’immanente e il trascendente. La funzione del Re era considerata così importante nell’antica Roma che dopo l’instaurazione della Repubblica fu istituito il Rex sacrorum (Re dei riti sacri) che officiasse i rituali a cui tradizionalmente presiedeva l’ex monarca di Roma. Ed ancora oggi il sovrano del Regno Unito è anche Governatore supremo della Chiesa d’Inghilterra. Scrive Tommaso Romano in “La tradizione regale”. Singolarità fra Autorità e Libertà ed. Thule “il mito, insieme alla religione, è, quindi, un legame visibile fra umano e Divino, che ha nei simboli e nel rito la sua manifesta effettività e durata. Ecco perché la corona sta al di sopra degli stessi monarchi e degli Imperatori come persone. Ecco perché la regalità, come il mito, va oltre il confine della storia, con i suoi mille intrecci nel reale.” Detto questo le prerogative di Capo dello Stato del Re sono molto simili a quelle di qualsiasi altro Presidente di una repubblica parlamentare nel rappresentare l’unità dello stato e nel garantire i diritti sanciti dalla costituzione. Il suo stato di salute o quello dei suoi congiunti conta poco, perché tali e tante sono le garanzie costituzionali che, in caso di sua inadeguatezza o impedimento, entrerebbero in gioco così da non pregiudicare la continuità e la saldezza dello stato.
La successione è regolamentata attraverso norme ben precise che indicano chiaramente chi è deputato a sostituirlo. E se dovesse essere in condizione di non potere esercitare il suo compito può sempre essere surrogato da un “luogotenente” che presiederebbe alle funzioni come spesso Carlo III stesso ha fatto nell’ultimo periodo di vita della sua augusta madre la Regina Elisabetta II. In ogni caso va distinta la persona del sovrano, che come ogni altro uomo è soggetto alle intemperie che la vita presenta nel bene e nel male, dalla sua funzione di sovrano come qualsiasi altro capo dello stato. Ed in ogni caso i migliori auguri di una pronta guarigione ad entrambi i Windsor: suocero e nuora. La “Corona”, simbolo di sovranità, però va oltre la persona del Re che la porta e di ogni vicissitudine umana.