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Intervista a Padre Aurelio Russo: “Siracusa ci dica se vuole davvero ospitare i pellegrini”

di Redazione -





“Se piove senza interruzione per una settimana, evento per fortuna raro in Sicilia, siamo costretti a chiudere il santuario per ragioni di sicurezza”. Padre Aurelio Russo è rettore dal 2016 e coordina gli altri tre sacerdoti più quelli occasionali che celebrano le liturgie in basilica e nella Casa del pianto. “Il problema delle infiltrazioni piovane è diventato drammatico ed è per questo che il ministero delle Infrastrutture ha stanziato due milioni e mezzo che serviranno a consolidare però le sole cappelle. Ci vorranno altre risorse per mettere fine alle infiltrazioni d’acqua che sono copiose. La struttura è tale, essendo tutta in cemento, da risultare molto sensibile agli sbalzi termici, per cui si allarga e si restringe usurando così gli infissi che hanno bisogno di manutenzione. L’ultima risale a trent’anni fa”.
Il Comune interviene nella manutenzione solo se viene fatta richiesta, cosa che il santuario non avrebbe fatto.

Non risponde a verità. Ogni anno faccio le mie richieste di contributo e sa quanto il Comune eroga? Il primo anno, quando entrai in santuario, diede seimila euro, poi ogni anno tremila. Quest’anno, che peraltro è quasi finito, non ha ancora dato un euro. Eppure abbiamo tenuto l’Anno mariano, accolto tanti pellegrini con grandi difficoltà. Se non ce li dà pazienza. Per me anche un euro o cinquanta centesimi sono un contributo prezioso e dico grazie. Però questo santuario merita davvero più attenzione.
Il fatto è che i visitatori e i pellegrini sono piuttosto modesti.
Rispetto agli altri santuari il nostro ha il vantaggio di essere dentro la città e quindi ci si può arrivare a piedi, ma questo è anche un limite mancando una capacità ricettiva dei pellegrini, che non sanno dove alloggiare. Ogni anno si organizzano convegni con un massimo di 350 persone perché non si riesce a trovare posti-letto.

Eppure Siracusa è una città turistica, dove non mancano certo gli alberghi.
Il pellegrino non è un turista, mette da parte i soldi per venire a pregare e non per divertirsi.
Se la Casa del pellegrino annessa al santuario fosse disponibile sarebbe una risorsa.
Ma non lo è ormai da tre anni, perché chiusa per via di una controversia con il Comune. Fu costruita poco dopo la Lacrimazione dal Comune con fondi della Regione e il santuario se ne fece carico, la ristrutturò e stipulò una convenzione valida fino al 2047 costruendo dal 1998 al 200 con i fondi del Giubileo – parliamo di sei miliardi di lire – una nuova importante sezione. Ma adesso il Comune, che l’aveva abbandonata, la rivuole, motivo per cui c’è una causa in corso. Prima della chiusura offriva una disponibilità di 170 posti-letto, un bell’aiuto per sistemare 350 pellegrini, ma oggi sono venuti meno, aggravando lo stato di cose.
Non ci sono grandi prospettive quindi per risolvere il problema dell’accoglienza.
Io non punto il dito contro nessuno, ma dico che ognuno deve fare la sua parte. Se Siracusa crede possibile una reale politica di accoglienza dei pellegrini è necessario lo sforzo di tutti. Ho ricevuto recentemente richiesta per ospitare un gruppo di ottocento pellegrini e ho dovuto dire di no. Dove li porto? A Fontane Bianche? Chi va a Lourdes a Fatima trova a breve distanza ostelli, B&B, piccoli hotel, perché i santuari vanno vissuti per tutto il tempo del pellegrinaggio e bisogna perciò rimanere ad essi vicini. A Siracusa questo non è possibile. Io ho fatto più volte il Cammino di Santiago che accoglie milioni di pellegrini e ho visto come privati, enti territoriali, parrocchie si sono mobilitati. Si viaggia con pochi soldi e un sacco a pelo, fermandosi in ostelli dove ricordo pagavo cinque euro a notte trovando una camera, un letto, la doccia. A Siracusa non c’è niente di questo e nessuno si muove. 
Nemmeno l’Arcidiocesi.
L’Arcidiocesi fa quello che può e io prego che si possa trovare una convergenza di intenti che incoraggi l’incremento dei pellegrini.
Quanti sono stati quest’anno? 
Intorno ai 450-500 mila mentre prima del Covid arrivavano a 600-700 mila.
Non tantissimi per la verità.
Non tantissimi, è vero. Aumentano in coincidenza con gli Spettacoli classici, quando i turisti, incuriositi dalla imponente guglia alta più di cento metri entrano e si fermano, ma da turisti e vestiti come vestono i turisti.
Come viene calcolato il flusso?
Dal consumo delle particole della comunione e dalla distribuzione delle immaginette.
Quale auspica possa essere il flusso di pellegrini degno del santuario?
Sarebbe già un risultato arrivare a un milione l’anno.
L.B.