Intervista a Michele Zarrillo: “La Sicilia una seconda casa”
di ELISA PETRILLO
Michele Zarrillo, icona della canzone italiana con una voce inconfondibile e un carisma irresistibile, ritorna a emozionare il pubblico con il suo tour “Cinque giorni da 30 anni”.
Questa serie di concerti celebra i trent’anni dall’uscita di “Cinque giorni”, brano che non solo ha definito la sua carriera ma continua a toccare il cuore di diverse generazioni. L’avventura musicale inizierà in Sicilia, con il primo appuntamento il 5 maggio al Teatro Al Massimo di Palermo, per poi proseguire il giorno seguente, il 6 maggio, al Metropolitan di Catania.
“Sono sempre felice di tornare in Sicilia, che in parte ha tenuto a battesimo la mia carriera. È una terra affascinante, quando arrivi qui mi sento avvolto dalla magia della sua letteratura, pittura e musica. Sono molto legato ad alcuni luoghi come l’isoletta Lachea, per citare un luogo”.
“La Sicilia la considero una seconda casa, non saprei dire se addirittura la prima. Tra i musicisti poi, Battiato credo che racchiuda la cultura siciliana e tutte le sue contaminazioni. Rappresenta la parte più elevata, come ad esempio a Napoli Pino Daniele, ci hanno lasciato un’eredità preziosa. Oggi però, gli eredi sono pochi. Io nel mio piccolo cerco di dare il mio meglio nei dischi che compongo, proteggendo sempre l’anima”.
Nel corso degli anni, come si è evoluto il suo stile musicale?
“L’evoluzione artistica è legata anche al modo diverso di approcciarsi alle cose, le paure che aumentano, la facoltà del pensiero che ci porta in ogni luogo dove riusciamo a fare, scrivere, esternare la fragilità se vogliamo, la vulnerabilità. Palerei di trasversalità nei confronti della musica del pubblico e della vita. Se mi guardo indietro e penso a brani come “Una rosa blu”, mi rendo conto che mi hanno dato tantissimo sotto il profilo del successo, così come gli “Angeli” o “L’alfabeto degli amanti”, ed è in questo mondo onirico che trovo la mia vera identità, in quelle canzoni ritrovo la mia spiritualità. Ora sembra che ci siano più tormentoni che canzoni d’autore, così però perdiamo tanto della nostra cultura, perdiamo tanto umanamente. Gli anni mi portano ad apprezzare ancora più le cose e forse quelle che prima davo per scontate. Ho maggiore coscienza e non so se sia un bene o un male, mi faccio più domande. Da essere umano non ho tante risposte. Quando mi emoziono con la musica, un quadro o un bel film, ritrovo me stesso, nell’umanità”.
Quali sono le sue aspettative per questo tour?
“Ho fatto una scaletta di getto la mattina della data zero a Crema dopo essermi collegato su Instagram per chiedere consigli e ho messo insieme brani ripescati dal passato, ho fatto dei mashup ed è uscita fuori una scaletta che ha avuto una grande riscontro. Ci sono canzoni che non eseguivo da almeno 10 anni. Ovviamente ci saranno i brani storici, se no il pubblico non mi fa andare via, e poi titoli per il pubblico di veri affezionati che hanno i miei dischi a casa, sono canzoni dirette, che credo avranno un impatto su chi non le mai ascoltate. Non vedo l’ora di suonarli”.
Dopo tre decenni di successi, quali sono i suoi obiettivi per il futuro?
“Ringrazio il pubblico siciliano a Palermo sold out da settimane e non mi aspettavo questo successo, sento un grande affetto e vicinanza. Sto lavorando ad un nuovo disco che sarà pronto nel 2025 mentre tra qualche mese uscirà un singolo, sempre se riesco a trovare gli accordi giusti ehehehe”.
“Cinque giorni” Pubblicato originariamente nel 1994 e presentato al Festival di Sanremo, il singolo ha attraversato gli anni non solo mantenendosi rilevante, ma anche conquistando nuovi ascoltatori. Il recente riconoscimento come Disco d’Oro e la sua diffusione virale sui social ne attestano la duratura popolarità. Zarrillo, insieme al co-autore Vincenzo Incenzo, ha creato un pezzo che non solo ha scalato le classifiche ma è diventato un pilastro del repertorio italiano, tanto da essere reinterpretato da artisti del calibro di Fiorello e Laura Pausini.