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INTERVISTA A GIOVANNI MOSCATO – l’ex sindaco di Vittoria: “Periodo delicato per la politica siciliana”

di Marco Gullà -





di MARCO GULLA’- INTERVISTA A GIOVANNI MOSCATO – l’ex sindaco di Vittoria: “Periodo delicato per la politica siciliana”

La politica siciliana è stata travolta da uno tsunami. Ancora una volta, per l’ennesima volta.
Corruzione e voto di scambio, due reati che camminano a braccetto e che hanno interessato anche l’ormai ex vicepresidente della Regione Sicilia Luca Sammartino. Da Mimmo Russo al sindaco (dimissionario) di Tremestieri, la vicenda Paternò con i voti in cambio di favori ai clan mafiosi: reati su reati e la politica che ne esce a pezzi.
Chi è stato assolto dal reato di corruzione elettorale è Giovanni Moscato, ex sindaco di Vittoria. Moscato era stato alla guida della città da giugno 2016 a luglio 2018. Poi l’inchiesta avviata dalla Guardia di finanza, coordinata dalla procura distrettuale antimafia di Catania, con l’ispezione prefettizia, portarono allo scioglimento degli organi elettivi. In città si insediò una commissione prefettizia che – a causa del Covid – rimase in carica 3 anni e cinque mesi, anziché 18 mesi come era inizialmente previsto.
“L’assoluzione è il risultato della verità: non ho mai commesso ciò di cui ero stato accusato – osserva l’ex sindaco di Vittoria – ricordo che si tratta di una assoluzione con formula piena e la battaglia che avevo portato avanti con tenacia era soltanto quella per ristabilire la verità dopo anni di calunnie, di speculazioni politiche, di infamie per me ma anche per la città di Vittoria ingiustamente sciolta e travolta dal fango assieme a una classe dirigente giovane e capace. Adesso la battaglia è quella di cercare la verità sullo scioglimento: chi sono i poteri occulti che lo hanno voluto, manovrato e usato e perché”.
A proposito del reato per cui veniva accusato, ci sono stati altri arresti.
“Non posso giudicare senza conoscere le carte processuali ed esistono le sedi competenti per questo – sottolinea Moscato – sono un garantista, il procedimento farà il suo corso e vi saranno delle sentenze che vanno rispettate. Chiaramente sono notizie che allontanano il cittadino dalla politica e che fanno perdere la speranza visti alcuni capi d’accusa gravi. Io sono stato per sette anni in silenzio e lontano dalla politica e sono tornato a parlare e tornato in campo soltanto dopo la mia assoluzione. È stata una scelta personale e di responsabilità. Ho sempre detto che chi fa politica e amministra deve essere al di sopra di ogni dubbio”.
Che periodo politico sta attraversando la Sicilia?
“Vedo una Sicilia che riesce a dialogare con un governo nazionale attento e presente per le esigenze dell’isola. Basti pensare agli investimenti strutturali, alle ferrovie, alla Ragusa Catania finalmente partita, al ponte sullo Stretto. Di certo paghiamo lo scotto di anni di isolamento infrastrutturale e di mancato dialogo con le imprese: adesso noto una inversione di tendenza e una maggiore fiducia per gli investimenti. Il centrodestra ha l’occasione e il dovere di seminare e di far crescere molto la Sicilia e spero, con i dovuti accorgimenti, che possa ancora farsi molto entro la fine del mandato elettorale. La politica oggi ha il dovere di incidere effettivamente con fatti concreti, non c’è più tempo da attendere”.
Torniamo a lei, adesso cosa farà?
“Come ho avuto modo di dire al mio comizio dovremo cercare la verità sullo scioglimento di Vittoria che si è rivelato un ‘bluff’ così come quello di Scicli e di tanti altri Comuni. C’è una legge eccessivamente discrezionale che va cambiata e migliorata, la commissione Antimafia sta lavorando proprio su questo con un comitato dedicato proprio agli enti locali. Pochi giorni fa sono stato eletto coordinatore provinciale di Fdi di Ragusa, riparto dalla mia comunità umana e politica che in questi anni mi ha sempre supportato e difeso, é il minimo che possa fare per ricambiare il loro affetto. Metto a disposizione del partito la mia esperienza politica e amministrativa, non ho bisogno di rivalse. Voglio godermi di nuovo il piacere di fare politica”.