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Economia

Intervista a Gianluca Manenti

di Salvatore Cannata -





Come va il commercio in Sicilia? È l’online il vero scoglio o sono altre le difficoltà?
Il problema è complesso e acuito da una società sempre più iper tecnologizzata. Significa che c’è sempre meno tempo, e forse meno voglia, di andare in un negozio fisico. E si cerca di risolvere tutto con gli acquisti online. Noi però, come Confcommercio Sicilia, abbiamo cercato di fornire una prima risposta. Lo abbiamo fatto con la start up Bobis che sta per Book online, buy in store. È l’idea venuta in mente a tre giovani imprenditori che, cercando un computer un po’ particolare da acquistare, e dopo aver girato invano i mega store più noti, alla fine lo hanno trovato nel negozio di elettronica del quartiere. Si punta a coniugare lo shopping tradizionale con l’esperienza dell’online. Attraverso questa piattaforma le attività di prossimità diventano come un grande centro commerciale. Infatti, Bobis offre ai titolari di partita Iva la possibilità di creare una vetrina digitale per i propri prodotti. Gli utenti possono vederli online, prenotarli e poi andarli a ritirare nel negozio vicino casa. Chiari i vantaggi: nessuna sorpresa di trovarsi qualcosa che non corrisponde all’immagine, si evitano i resi e si riducono le emissioni di Co2 legate alle consegne.

Come associazione, cosa potete fare di fronte ai problemi? Quali soluzioni?
Diciamo che cercheremo di muoverci come abbiamo fatto in questi ultimi anni, non dimenticando che abbiamo avuto la possibilità di stimolare la Regione per l’erogazione di fondi ad hoc, tramite l’Irfis, per le imprese in crisi del nostro comparto. Ma non solo. Abbiamo stipulato il primo accordo regionale in ambito di multilocalizzate cercando di lanciare proposte valide come quella dei Distretti commerciali che possono diventare, a livello territoriale, una valvola di sfogo per la risoluzione delle varie questioni di volta in volta denunciate dagli operatori del settore. Certo, per riuscirci è necessario uno sforzo comune, un cambio di mentalità che ci faccia guardare al futuro con maggiore ottimismo. Non è un caso che Confcommercio Sicilia abbia avviato il processo di adesione delle aziende del comparto Sanità privata. Proprio perché la dimensione del nostro sistema deve essere la più ampia possibile.

L’interlocuzione con la politica, con chi governa, c’è o no?
Abbiamo cercato e siamo riusciti ad avviare relazioni con le massime istituzioni regionali, siamo stati presenti a tutte le audizioni indette dalle diverse commissioni dell’Assemblea regionale per mettere in evidenza il nostro punto di vista. Tutto questo ci ha consentito di disciplinare, attraverso un apposito regolamento, le modalità di adesione e permanenza nel sistema delle federazioni regionali di categoria o settore. Certo, i rapporti potrebbero essere ancora più fitti. Ma ci ripromettiamo, soprattutto nei confronti del governatore Schifani, di potere avere un approccio più diretto allo scopo di garantire le risposte dovute a tutti i nostri associati.

Il quadro generale si capisce da parte di chi ha potere decisionale o lo si sottovaluta?
Sì, forse c’è una sottovalutazione. Non si è ben compreso che la chiusura di una impresa è una sconfitta per ognuno di noi. Chi chiude la saracinesca per non riaprirla più, non è solo un imprenditore che non sarà più segnato nelle anagrafiche della Camera di Commercio ma è anche e soprattutto un collettore sociale di buone pratiche su cui non si potrà più contare. Un collettore che è riuscito a dare lavoro a chi lo ha meritato, ha portato avanti un certo percorso in seno alla società, indirizzato a garantire, quindi, occupazione a livello sostanziale, mentre con la sua chiusura vi si dovrà rinunciare.

A chi il suo augurio di buon Natale?
Lo faccio di sicuro ai nostri associati ma più in generale a tutte le imprese. Ci attende, ancora, un 2024 non facile in cui dovremo cristallizzare tutte le sfide che ci siamo lasciati indietro e che ci servono per gettare le basi di un futuro che speriamo possa essere il meno problematico possibile. Abbiamo la consapevolezza di potercela fare. Ma questo non potrà accadere se non saremo uniti, se non facciamo sentire tutta la nostra forza come corpo intermedio. Ecco, il mio augurio di buon Natale vuole essere un messaggio legato alla speranza affinché tutti insieme si riesca a lasciarci definitivamente alle spalle questi momenti bui per fare, invece, trionfare, e in maniera definitiva, la luce, proprio come accade a Natale.