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Inchiesta Pandora, rimane in carcere il sindaco di Tremestieri Etneo

di Redazione -





Resta in carcere Santi Rando, l’ex sindaco di Tremestieri Etneo arrestato nell’operazione Pandora, condotta dai carabinieri.
Il Tribunale del riesame di Catania ha emesso tre diversi provvedimenti, la misura cautelare emessa dal gip Carla Aurora Valenti, su richiesta della Procura distrettuale, ed eseguita dai Carabinieri il 17 aprile scorso, nell’ambito dell’inchiesta Pandora su presunte infiltrazioni della criminalità organizzata ed episodi di corruzione al Comune di Tremestieri Etneo.
I giudici catanesi hanno confermato l’ordinanza cautelare in carcere per l’ex sindaco Santi Rando, che è stato indagato per voto di scambio politico-mafioso facendo decadere uno dei casi di corruzione contestati e anche Piero Cosentino indicato come il contatto tra il politico e il clan Santapaola-Ercolano.
Cosentino è accusato di essere l’uomo che si è attivato per garantire e far rispettare gli accordi elettorali presi da Rando. Dalle indagini, inoltre, è emersa anche l’ipotesi che sarebbe stata definita una strategia dei vertici del Comune di Tremestieri tesa a neutralizzare ogni forma di opposizione politica. Per questo si sarebbe favorito lo storico consigliere d’opposizione Mario Ronsisvalle, poi transitato tra i sostenitori di Rando alle elezioni del 2021.
Difatti, sono stati confermati anche gli arresti domiciliari per il farmacista e per il consigliere comunale Mario Ronsisvalle indagato per corruzione con l’accusa di essersi interessato per non far aumentare il numero di farmacie a Tremestieri Etneo.
Nell’inchiesta denominata “Pandora” è iscritto nel registro degli indagati anche Luca Sammartino, uomo forte della Lega nell’isola, eletto con circa 21mila preferenze alle regionali del 2022, risultando il secondo più votato in Sicilia.
Il 17 aprile scorso si è dimesso da vicepresidente della Regione Siciliana e da assessore all’Agricoltura dopo che è stato sospeso dalle funzioni pubbliche dal gip perché indagato per due presunti casi di corruzione.
Il suo legale difensore, l’avvocato Carmelo Peluso, dopo l’interrogatorio di garanzia, ha presentato appello contro il provvedimento.