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Incendi in Sicilia: “Noi vittime dimenticate” e scoppia il caso

di Redazione -





Sugli incendi in Sicilia scoppia il caso. “La mia casa non c’è più, devastata da un violento incendio del 24 luglio scorso. Tutto in fumo, siamo vivi per miracolo”. Inizia così il racconto di Cristiana Rizzo, donna palermitana che assieme a suo marito e al suo piccolo viveva in una bellissima casa a Mondello. Poi le fiamme, altissime e minacciose, la fuga di notte, la casa che brucia: “Siamo dovuti scappare e abbiamo tratto in salvo anche i nostri cani – continua Cristiana – i gatti sono invece morti carbonizzati. La casa non esiste più, mi ritengo fortunata perché assieme a mio marito e a mio figlio di un anno siamo vivi, ma da mesi viviamo in affitto e non abbiamo i soldi per ricostruire casa nostra. Una beffa, siamo disperati, ci sentiamo abbandonati e in questo momento nessuno ci dice nulla. Nella finanziaria abbiamo visto fondi per sagre e festival natalizi e nessun soldo per noi vittime”.

“Anch’io, come altri, ho riscontrato notevoli ritardi nei soccorsi. Ho assistito ad una cattiva gestione nel coordinamento delle forze – racconta invece Roberto, altra vittima dei roghi estivi a Palermo – abbiamo chiamato e aspettato per ore ma nessuno arrivava. Ho assistito, pian piano, al bruciarsi della mia abitazione. Ad un certo punto i soccorsi non arrivavano e sono scappato”. Una situazione paradossale: “Oggi – prosegue Roberto – desideriamo avere una mano e qualcuno che possa darci una prospettiva per cominciare, lentamente, a ricostruire qualcosa. Nella speranza che possano risarcire i nostri danni. La risposta dello Stato ci ha ferito, ci sentiamo scoraggiati. Ci siamo sentiti abbandonati. Insieme ad altre persone che hanno vissuto questa terribile esperienza, come me, però, cerchiamo di metabolizzare, affrontare e superare questo lutto”. “Sappiamo bene come il problema incendi sia tra i più sentiti dalla popolazione isolana – dice invece Andreina Albano, anche lei tra le vittime di luglio – può un siciliano tradire così gli interessi della sua stessa terra? Può Musumeci davvero definirsi siciliano? Non il certificato di nascita, ma l’amore e l’impegno per la propria terra, fanno di noi suoi degni abitanti. L’unica conferma che ci arriva da questa storia è che Musumeci è un traditore della Sicilia”.

Il tema incendi ha fatto scoppiare una bagarre politica. Sul presidente della Regione Sicilia Renato Schifani è piombato uno tsunami di critiche e polemiche. “L’ennesimo schiaffo alla Sicilia da parte di un governo nazionale che, con l’inerzia complice di Schifani, sta distruggendo al Sicilia”, attaccano il capogruppo del M5S all’Ars Antonio De Luca e il collega, coordinatore regionale M5S, Nuccio Di Paola: “La verità – aggiungono – è che le vere calamità per la nostra isola non sono solo gli incendi e le alluvioni, quanto gli esecutivi che ci governano a livello regionale e nazionale. Stanno distruggendo la Sicilia, se non vanno a casa per noi sarà la fine”. “Questo ennesimo colpo a tradimento nei confronti della Sicilia – dicono i due deputati – non fa che confermare quanto realmente conta la parola di Schifani a Roma: zero”.

Sulla stessa linea anche il deputato regionale Ismaele La Vardera di Sud chiama nord: “Incredibile ma vero, Schifani chiede a Roma lo stato di emergenza dopo i 6 morti e gli infiniti danni a seguito degli incendi in Sicilia e Roma sbatte la porta in faccia. E la beffa è che la risposta arriva dalla Protezione Civile che fa riferimento proprio a Nello Musumeci, ex governatore siciliano”, commenta La Vardera. “Una bocciatura – aggiunge – che dimostra come lo stesso Governo si sia lavato le mani e abbia lasciato sola la Sicilia”. “Già ad ottobre avevamo denunciato la discriminazione operata dal Governo Meloni nei confronti della Sicilia”, dichiarano i parlamentari del Partito democratico Anthony Barbagallo e Antonio Nicita. “La verità – sottolineano – è che la Sicilia ed i siciliani non trovano spazio nell’agenda del governo. Da luglio solo comunicati e promesse di intervento ma nessun atto concreto”.