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Salute

In Oncologia e Oncoematologia servono personale e cabina di regia per integrare le reti di cura

In Sicilia sono 68 i milioni di euro di finanziamenti dal fondo nazionale per le cure innovative. Il 30% non viene utilizzato per la mancanza di una regia che crei un flusso integrato di informazioni

di Redazione -





Car-t, anticorpi monoclonali, profilazione genomica, farmaci biologici: terapie innovative, cure capaci di cambiare la storia clinica di pazienti affetti da gravi malattie cronico-degenerative e fare la differenza in campo immunologico, ematologico, oncologico, endocrinologico, reumatologico. In Sicilia sono 68 i milioni di euro di finanziamenti attinti al fondo nazionale per le cure innovative ma il 30% di questa somma (più o meno 20 milioni di euro) non viene utilizzata a causa della mancanza di una regia in grado di creare un flusso integrato di informazioni riguardo ai fabbisogni dei pazienti, le anagrafiche, la quota di migrazioni sanitarie. Lo scrive Motore Sanità, dopo avere chiuso la tappa siciliana, a Palermo in Villa Magnisi, sede dell’Ordine dei Medici, del suo tour nazionale. Tour che ha l’obiettivo di accendere i fari sui punti di forza e di debolezza della clinica oncologica e delle malattie immunologiche e rare. Dall’approvazione Aifa dei nuovi farmaci fino all’inizio della terapia, possono passare da 2 a 4 mesi. Ritardi che in Sicilia, si scontano soprattutto per carenze organizzative e di personale delle varie articolazioni della filiera delle cure. Le buone pratiche, però, ci sono e se ne è parlato. La raccolta e utilizzo del sangue per emoderivati; le infusioni delle Car-t in linfomi e altre patologie del sangue (40 in 3 anni); la rete reumatologica compiuta che da gennaio potrà contare su una piattaforma informatica con i dati clinici di tutti i pazienti (180 mila in tutta la regione) consultabile da remoto. Rete che servirà a monitorare l’accesso alle cure, a garantire più rapide valutazioni del paziente e a gestire le liste di attesa oltre che prenotare una visita in pochi giorni. Perché l’obiettivo “è rendere uniformi le opportunità di accesso alle terapie innovative”, come ha spiegato Salvatore Amato, presidente dell’Ordine dei medici della Regione Sicilia. Motore Sanità, ha posto una serie di questioni sul tema, cominciando a scontornare, ad esempio, ciò che c’è dietro le terapie innovative: un nodo dei costi da risolvere visto che dopo tre anni non c’è più la copertura del fondo nazionale e la spesa ricade sui bilanci delle regioni. L’accesso alle terapie innovative ha subìto un’accelerazione negli ultimi anni i processi sono stati velocizzati ma non basta. Fondamentali, adesso, sono le integrazioni tra i vari centri di cura in campo oncologico e nelle malattie rare. La vera partita che si gioca, è quella dai farmaci innovativi. Da monitorare nel tempo, con medici formati e diagnostica adeguata con cui definire le necessità e i vantaggi di terapie particolarmente costose. Per questo serve organizzazione; per attrarre investimenti e produrre buone pratiche. E’ emerso anche che l’industria del farmaco sta investendo in Sicilia. E vuole continuare. A farlo a patto che la risposta in termini di servizi sia all’altezza della situazione. La Sicilia utilizza circa 68 milioni del fondo nazionale per gli innovativi ma una quota, circa il 30%, non vengono spesi. Tra le cose da fare in prospettiva, c’è un progetto di una officina delle Car-t cell factory. Le terapie CAR-T, acromimo di Car-T cells, per esteso Chimeric Antigens Receptor Cells-T, rappresentano una strategia rivoluzionaria in oncologia. Una sorta di marchio di fabbrica delle terapie avanzate basate sulla modifica e sul potenziamento dei linfociti T che, in questo modo, riescono a riconoscere e aggredire le cellule tumorali. Sono 2 i centri già attivi per le Car-t in Sicilia, a Palermo e alla Maddalena. Quaranta le procedure effettuate negli ultimi tre anni. E se dunque, la rete è nelle condizioni di rispondere a tutte le richieste, preoccupa l’aumento delle indicazioni perchè la platea dei pazienti diventerà molto più ampia e, come è emerso dalla tappa siciliana del tour di Motore Sanità, attrezzarsi. Centrale in questo, sarà il ruolo delle unità di Anatomia patologica, proprio perchè l’accesso alle cure innovative in campo oncologico, nella stragrande maggioranza dei casi, si basano sui test di profilazione genomica per valutare la appropriatezza di erogazione del farmaco nell’ottica della medicina di precisione.