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Il pentito di Brancaccio e le liste del pizzo: commercianti a rischio

di Redazione -





di CLAUDIA MARI- Il pentito di Brancaccio e le liste del pizzo: commercianti a rischio

Rosario Montalbano, neo-pentito di Brancaccio – condannato a dodici anni e due mesi per una serie di estorsioni- , ha parlato: e lo ha fatto sugli affari dei clan di Cosa nostra. Le sue dichiarazioni, ad oggi, interessano soprattutto l’organizzazione dei clan di Brancaccio, Tommaso Natale e Porta Nuova.
Ed è dalla sua posizione di ex uomo del racket che fa partire il suo racconto. Montalbano rispondeva presente tutte le volte che serviva aiuto: dalla consegna dei soldi alle famiglie dei detenuti alle cassate da regalare ai picciotti per Natale. In sella ad uno scooter, il pentito, se ne andava in giro a caricare “il borotalco” da distribuire ai pusher e a riscuotere il pizzo. E non restava solo a Brancaccio, ma si muoveva anche lontano dai confini del suo mandamento.
Così il 18 marzo sorso il collaboratore di giustizia si è seduto davanti al procuratore aggiunto Marzia Sabella e al sostituto Francesca Mazzocco della Direzione distrettuale antimafia di Palermo.
Colloquio da cui arrivano le rivelazioni di due liste del pizzo: una con i nomi di chi paga la “tassa” ogni mese e un’altra, di quelli che “versano” solamente a Pasqua e a Natale. In sede di interrogatorio, i Pm gli mostrano un album di fotografie redatto dai poliziotti della squadra mobile. Album in cui sono raffigurati i volti dei commercianti coinvolti nel racket del pizzo. Molti di questi sono già stati accusati e finiti sotto processo per favoreggiamento dopo avere negato di avere versato la tassa di Cosa nostra.
Un doppio danno per loro che – come già avevamo scritto sulle nostre pagine nelle scorse settimane in occasione della prima udienza su questo caso – si ritrovano a subire sia il danno della “affiliazione” obbligata alla criminalità organizzata, sia la beffa del trovarsi sul banco degli imputati.
NOMI E FACCE
Il pentito parla e molte facce dice di ricordarle: “Sono sicuro al mille per mille”. Riconosce i volti e con la mente torna anche alle varie tipologie di attività. “Giampiero Cannella della 3D… questo pagava 500 euro a Natale e 500 a Pasqua… sono sicuro al mille per mille”; “Ignazio Marciante della Trinacria gas: sempre Maurizio (Maurizio Di Fede, capo della famiglia di Roccella ndr) ci andava, ogni Natale e Pasqua ci dividevamo il compito di dove andare”.
Il racconto prosegue: “Giulio (Matranga ndr) il carnezziere, questo ci andava pure Maurizio che io sapevo che pagava 750 euro, l’avevo scritto nella lista”. Anche di fronte alla foto di Bernardo Martino, titolare di una bottega di salumi e carni, ricorda: “Sì, ci andavo io per Natale e Pasqua… prima dell’arresto io non me ne occupavo mai, non era compito mio andare da questi che pagavano a Natale e Pasqua. Io avevo una lista che pagavano quelli mensilmente, dopo l’arresto di Maredolce (il blitz, ndr). Mi sono fatto dare la lista di Roberto Mangano ed insieme con Maurizio ci siamo divisi i commercianti dove andare a prendere i soldi di Natale e Pasqua”.
E ancora, di fronte alla foto di Alessandro Tinnirello dice: “ha la polleria in via Messina Marine Maurizio, mi disse che li andava a prendere Ludovico Castello (altro esattore del pizzo ndr) che pagava, è sicuro perché l’avevamo nella lista il pizzo”.
Poi tira in ballo anche “quello del Nightlife, amico di Tommaso Nicolicchia siamo andati là nel suo locale Tommaso me lo presentò e Tommaso gli disse i soldi di Natale e Pasqua glieli puoi dare direttamente a lui quando viene, così fu”.
Questi sono solo alcuni delle decine di esempi e di commercianti che sarebbero stati riconosciuti e conosciuti da Montalbano durante il suo periodo di lavoro come “esattore”. E ora rischiano grosso: sia gli altri suoi vecchi colleghi, facenti parte dei clan di Brancaccio, Tommaso Natale e Porta Nuova; sia i commercianti che si ritroveranno a rispondere dell’accusa di favoreggiamento.