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Cultura

Il futuro del vino in mano alle donne: lo dice Assovini Sicilia

Il 97% delle cantine dell'associazione, ha una donna nei ruoli chiave e più della metà, il 59%, la rappresenta

di Salvatore Cannata -





Assovini Sicilia non ha dubbi: in Sicilia, il vino parla al femminile. Nelle cantine dell’associazione – uno spaccato assolutamente coincidente con il quadro generale- c’è almeno una donna in ruoli strategici. E per questo le cose in Sicilia, parlando di vino, vanno bene! Il 97% delle cantine di Assovini Sicilia ha una donna nei ruoli chiave e più della metà, il 59%, rappresenta la cantina. Ma non è solo rappresentanza fine a se stessa. Perché il 46% è nel management del marketing e della promozione e il 25% occupa la direzione tecnica e il controllo di qualità. Sono i dati del sondaggio P&G. Non si tratta solo di presenza femminile ma anche giovane. Il 58% delle aziende presenta almeno una figura under 35 nel management e la maggior parte è donna. Le cantine sottoposte a sondaggio coltivano 19.600 ettari su tutta l’Isola. La ricerca è andata anche oltre l’alta quota rosa, rivelando che il 34% delle cantine ha una certificazione che attesta il programma di sostenibilità per la vitivinicoltura siciliana promosso dal Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia e da Assovini Sicilia, proprio per certificare la sostenibilità del settore vitivinicolo regionale. Il 75% produce vini biologici e il 13% possiede la certificazione ‘carbon footprint’.

E sono anche questi numeri importanti, visto che oggi cresce sempre di più la sensibilità per la tutela dell’ambiente e nella produzione vitivinicola siciliana, sono molteplici gli investimenti che riguardano proprio le azioni a sostegno della biodiversità (71% delle aziende), gli impianti fotovoltaici -ce li hanno più di 3 aziende su 5- la riduzione delle emissioni di gas effetto serra, insieme al risparmio idrico e la tutela e la conservazione del paesaggio. Dallo studio emerge anche chi ha sposato l’associazione presieduta da Mariangela Cambria, ha scommesso sul binomio turismo e vino. Il 90% delle aziende, infatti, ha una sua struttura adibita all’enoturismo per la degustazione in cantina e una su tre di esse, ha pure una struttura ricettiva con posti letto mentre il 30% offre una proposta di ristorazione. Più della metà, offre corsi di cucina e percorsi benessere, partendo dalla natura: dal wine trekking ai tour per interagire con il paesaggio e la cultura dei luoghi. Nel vino, in Sicilia, si è oggettivamente fatto un s alto di qualità. La metà, poco più o poco meno, investe in sistemi gestionali che permettono un maggiore controllo di qualità sia in termini di produzione e di logistica, nel controllo in tempo reale dei vari processi aziendali e si cimenta in un nuovo approccio dinamico e professionale verso la comunicazione digitale e l’e-commerce. Il cliente -potenziale o già acquisito- è al centro la sua fidelizzazione in tutto il mondo è una sorta di stella polare da seguire.

Basti pensare che il 72% ha investito in processi e strumenti digitali per il marketing. Infine l’evoluzione. Una su tre delle 100 ed oltre aziende di Assovini Sicilia, ha attivato partnership con università, istituti, enti e centri di ricerca e sperimentazioni in vigna. Studi che riguardano le varietà, i suoli, la genetica delle ‘impiantate’, la valutazione dell’efficienza idrica di nuovi portainnesti, la diffusione della cicalina con trappole cromotropiche, i sistemi sostenibili per la lotta alla malattia delle piante. Il 16% ha intensificato la sperimentazione e la produzione di varietà reliquia che fino a qualche decennio fa sembravano essersi estinte. Ricerca, investimenti e sperimentazione. Il vino siciliano del domani