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Attualità

Iblea Acque, sindaci denunciati per la nomina di Poidomani

di massimilianoadelfio -





di CLAUDIA MARI
È con una nota protocollata al n. 2894 del 22 febbraio scorso, che la Regione Siciliana ha ammonito i sindaci della provincia di Ragusa “per avere errato” nel conferimento dell’incarico di amministratore di Iblea Acque a un dirigente in quiescenza e soprattutto di non poter erogare allo stesso un compenso – in questo caso di 95 mila euro all’anno – per il lavoro svolto.
La vicenda coinvolge l’ingegnere Franco Poidomani, appunto amministratore unico di Iblea Acque, e un gruppo di Sindaci che, sicuramente, avevano rivestito su di lui massima fiducia. Eppure, questa non basta.
Infatti è arrivato dalla Regione lo stop, con la nota a firma del dirigente Monica Tardo del servizio 3 del Dipartimento delle autonomie locali. “È fatto divieto alle amministrazione pubbliche – scrive la dirigente – conferire cariche in organi di governo delle società da esse controllate a soggetti già lavoratori privati o pubblici collocati in quiescenza se non a titolo gratuito, con l’aggiunta che queste disposizioni si applicano alle società pubbliche partecipate, controllate e vigiliate, nonché agli enti o organismi sottoposti a controllo e vigilanza della regione”.
Una nota che riprende la normativa vigente, secondo cui all’amministratore della società Iblea Acque Spa, l’ingegner Franco Poidomani, non può essere riconosciuto alcun compenso, in quanto dirigente in quiescenza. L’errore sulla nomina non arriva come un fulmine a ciel sereno.
Il comitato sul controllo analogo presieduto dal sindaco di Ragusa, Peppe Cassì, aveva ostinatamente difeso la decisione sulla nomina di Poidomani, senza curarsi delle denunce e delle interrogazioni sollevate sia dal consigliere comunale Gaetano Mauro, sia da parte di alcuni giuristi.
Le gravi criticità nel bando per la selezione di dirigenti e funzionari da reclutare all’interno della Iblea Acque erano state messe sul tavolo, vista anche una seconda modifica che era stata fatta in merito alle modalità di partecipazione al bando.
Su questo, le fuorvianti modalità di partecipazione alla selezione erano saltate all’occhio. “Quel bando l’hanno cucito su misura”, aveva tuonato Mauro, che si era rivolto anche alla Magistratura.
Nonostante i dubbi sollevati (e l’errore commesso), i dirigenti del comune di Ragusa avevano espresso piena legittimità sul provvedimento del compenso all’Ingegner Franco Poidomani. Una presa di posizione che ha portato nei giorni scorsi alla nota e al richiamo della Regione, quando invece sarebbe stato più semplice – e più utile – trovare una soluzione che avrebbe messo al riparo l’interesse pubblico e la società Iblea Acque. Ma per i sindaci tornare indietro e ammettere per la seconda volta le “sbavature” avrebbe significato, per loro, una perdita di credibilità.
E ora saranno gli stessi Sindaci – ma anche i dirigenti – che dovranno rispondere di eventuali loro responsabilità davanti alla Corte dei Conti alla quale la regione ha trasmesso la nota. Gli amministratori rischiano quindi di rispondere innanzi alla Corte di un’azione che hanno protratto nel tempo, privando la società Iblea Acque di un doveroso controllo.