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Agricoltura

I lavoratori delle coop lanciano l’allarme: agricoltura in ginocchio

di Redazione -





di CLAUDIA MARI
Si scrive siccità si legge crisi dell’agricoltura.
È questa una delle tante conseguenze della crisi idrica siciliana, che mette in ginocchio ormai da mesi i lavoratori del settore agricolo e degli allevatori.
A denunciare una situazione che sembra ormai essere ad un punto di non ritorno, è Cristian Maretti, presidente di Legacoop Agroalimentare: “L’aumento delle temperature e la scarsità di pioggia, mettono in crisi l’agricoltura in Sicilia. Dalle nostre cooperative arriva un disperato appello in quanto filiere come quella vitivinicola ed ortofrutticola, già fortemente provate dai cambiamenti climatici e dalla peronospora, rischiano letteralmente il collasso”.
Il presidente della Legacoop Agroalimentare sottolinea la drammatica situazione che si vive nelle campagne siciliane. Una crisi che parte da lontano, da ben prima della dichiarazione dello stato di crisi e di emergenza regionale – avvenuta a fine marzo da parte della Regione Siciliana, Ma è una crisi che ora si fa sempre più pressante vista anche la riduzione forzata, in più parti dell’Isola, dell’uso d’acqua potabile e il razionamento anche per scopi domestici.
IL GRIDO D’AIUTO DEL SETTORE
E in attesa dell’”aiuto” del governo nazionale – che dovrebbe e potrebbe dare l’ok alla dichiarazione dello stato di emergenza – a pesare per chi è del settore è sì la siccità, ma anche l’ormai strutturale carenza d’acqua negli invasi. A raccontarlo sono i lavoratori delle cooperative siciliane legate a Legacoop Agroalimentare.
“La crisi – continua il presidente Maretti – che colpisce gli invasi siciliani rischia di avere contraccolpi drammatici sulla produzione agricola dell’isola”. Perché le piogge continuano a essere assenti e nel mese di marzo sono mancati 300 millimetri di pioggia (previsti). Un dato che da solo non farebbe così paura, se non fosse che il terzo mese del 2024 è il settimo consecutivo che ha registrato precipitazioni inferiori alla norma. Ancora, secondo Maretti “la difficile situazione in Sicilia è un invito urgente a far sì che la sostenibilità sia un stile che caratterizza scelte e azioni di tutti come da sempre lo è per le filiere cooperative”.
L’IMPORTANZA DEI NUMERI
E l’importanza del comparto agricolo ce la presentano i dati: la Sicilia è una delle regioni d’Italia con le maggiori superfici agricole utilizzate (1,342 milioni di ettari, 338mila destinati a biologico), conta 142.416 aziende attive nel settore agricolo che arrivano a 160.629 (il 13% del totale Italia) con il tutto il comparto agrifood, e un valore alla produzione di 9,7 miliardi di euro.
E con questa crisi la Regione ha stimato perdite comprese tra 1 e 2,7 miliardi di euro a seconda delle precipitazioni che dovessero verificarsi o meno nei mesi di aprile e maggio. “Con la siccità ad essere in crisi e a subire danni – ha aggiunto Maretti sono l’agricoltura e la zootecnia dove, tra l’altro, pesa la mancanza di scorte di fieno e l’assenza di pascoli verdi.
Ecco perché è urgente che sia dichiarata l’emergenza nazionale in Sicilia e sono necessarie, da parte di Regione e Governo, misure compensative in grado di sollevare il settore agroalimentare ormai in ginocchio”.