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Attualità

Giornata Mondiale dei Bambini A Roma le storie di chi ha trovato casa in Sicilia

di Elisa Petrillo -





Grande partecipazione alla Giornata Mondiale dei Bambini che si è tenuta a Roma il 25 e 26 maggio, con una partecipazione straordinaria di famiglie ucraine e rifugiati, ospitati in strutture di accoglienza diffusa e SAI (Sistema di Accoglienza e Integrazione) afferenti al Consorzio Umana Solidarietà s.c.s. Questa delegazione, unita al Movimento Cristiano Lavoratori, ha condiviso storie ed esperienze, portando un messaggio potente di speranza e integrazione. L’evento, fortemente voluto da Papa Francesco, non è stato solo una celebrazione, ma anche un’occasione per promuovere l’inclusione sociale e la solidarietà, una piattaforma per dare voce ai più piccoli e per sottolineare l’importanza dell’accoglienza e della misericordia. “Da Papa Francesco – spiega Paolo Ragusa, Presidente Regionale ALS – MCL Sicilia e Coordinatore del Consorzio Umana Solidarietà – vogliamo portare un messaggio di speranza e di integrazione attraverso le storie di quanti sono sostenuti e accompagnati da noi. Vogliamo raccontare, partecipando a questa grande festa, che possiamo essere una speranza per quanti arrivano nel nostro paese, soprattutto per i più piccoli”.
Tra i partecipanti, oltre 150 famiglie provenienti dalla Sicilia e da Roma hanno portato con sé storie di sfide, speranze e integrazione. Una delle famiglie presenti proveniva dalla Sicilia orientale e includeva un marito, una moglie e una bambina di cinque anni. Dopo un lungo viaggio dalla Libia e un periodo trascorso in Germania, sono stati accolti in Italia nel luglio 2021. Da allora, la madre ha completato un tirocinio formativo e la bambina si è ben integrata nella scuola materna. Nonostante abbiano trovato stabilità, stanno valutando la possibilità di trasferirsi nel Nord Italia per migliori opportunità lavorative. Un’altra famiglia afgana dalla Sicilia occidentale ha partecipato all’evento. Composta da un padre, una madre, quattro bambini e la nonna paterna, questa famiglia è fuggita dalla guerra nel loro paese e ha trovato rifugio in Italia, dove stanno cercando di ricostruire le loro vite. Inoltre, una delegazione romana composta da due famiglie ucraine, con bambini seguiti dall’ospedale Bambino Gesù per gravi patologie, ha preso parte alla celebrazione.
“Non basta dare un tetto – aggiunge Ragusa – ma dobbiamo offrire quel senso di umanità, di accoglienza e di misericordia proprio del nostro paese e che il Papa ci chiede sempre di utilizzare come metodo nell’incontro con chi viene da lontano”.