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Cronaca

Furgoni pieni di tonni e depositi abusivi, sequestro da 10 tonnellate tra Porticello e Bagheria

di Marco Gullà -





C’è un mercato parallelo di tonno rosso e pesce spada che a volte arriva nelle pescherie, anche quelle più note, e che passa anche da depositi abusivi dove vengono nascosti anche prodotti ittici che hanno misure al di sotto degli standard minimi. Sono diversi gli interventi eseguiti dalla guardia di finanza che pochi giorni fa ha sequestrato complessivamente dieci tonnellate di pescato ed elevate sanzioni per migliaia di euro tra Porticello, frazione di Santa Flavia, Bagheria e Palermo.

La prima attività delle fiamme gialle di Bagheria ha riguardato alcuni furgoni, partiti dal molo di Porticello e diretti verso il deposito di una pescheria (di cui non è stato fornito il nome, ndr) del centro bagherese, all’interno dei quali c’erano sedici esemplari di thonnus tyhnnus privi della documentazione sulla tracciabilità necessaria per la commercializzazione. Seguendo altri furgoni i finanzieri sono risaliti a un deposito abusivo, gestito da un soggetto privo di Iva e Scia, in cui c’erano 44 esemplari di tonno rosso e nove di pesce spada, anche in questo caso sprovvisti dei documenti che servono a ricostruire la filiera.La terza operazione, in cui sono stati coinvolti militari della Direzione marittima di Palermo e dell’Ufficio circondariale marittimo di Porticello, ha portato al sequestro di trenta esemplari di tonno rosso, anche in questo caso privi della documentazione, che erano stoccati all’interno del deposito di una impresa con sede a Bagheria che opera nel settore della rivendita all’ingrosso. I prodotti ittici sono stati confiscati e il responsabile ha ricevuto una multa salta anche in virtù del fatto che si trattasse di pesci “sottomisero” e dunque troppo piccoli per essere commercializzati. Tutto il pesce sequestrato è stato giudicato idoneo dal personale veterinario dell’Asp e dunque devoluto sin beneficenza al Banco alimentare Sicilia occidentale.

“La pesca degli esemplari sottoposti a sequestro – spiegano dal Comando provinciale della guardia di finanza – è disciplinata da rigide regole di contingentamento e tracciamento finalizzate da un lato a impedire che vengano immessi sul mercato prodotti ittici non sicuri per la salute dei consumatori e, dall’altro, a garantire la sopravvivenza di queste specie a rischio di estinzione a causa di una pesca intensiva foraggiata anche da un fiorente mercato nero che ricerca continuamente tali prodotti per la loro prelibatezza e per gli ingenti guadagni derivanti dalla relativa vendita”.