Leggi:

Attualità

Francesco Paolo Gravina Principe di carità e giustizia sociale

di massimilianoadelfio -





di GIUSEPPE LA ROSA
Francesco Paolo Gravina, noto come il Principe di Palagonia e di Lercara Friddi, è stato una figura di spicco nella storia della Sicilia del XIX secolo, il cui impegno altruistico ha lasciato un’impronta indelebile nella memoria collettiva dell’isola. Dopo aver ereditato i titoli nobiliari a seguito della morte improvvisa della madre nel 1805, Gravina ha sposato Nicoletta Filangieri Pignatelli dei principi di Cutò. Tuttavia, dopo dieci anni di sofferenza e infedeltà coniugale, la coppia si è separata, evento che ha segnato una svolta nella vita di Gravina. Profondamente colpito da questa esperienza, ha abbracciato una vita di devozione religiosa e si è dedicato agli ultimi della società.
Nel corso della sua vita politica, durante la quale ha occupato importanti incarichi come Pretore di Palermo, Francesco Paolo Gravina ha dimostrato infatti una straordinaria combinazione di competenza, giustizia e compassione. Questo impegno politico non è stato separato dalla sua missione caritativa, ma è stato strettamente intrecciato con essa, evidenziando una rara sinergia di virtù come giustizia, compassione e disinteresse personale. Pur essendo coinvolto nelle questioni politiche e amministrative del suo tempo, Gravina ha costantemente mantenuto il suo impegno per il benessere dei meno fortunati e la promozione della giustizia sociale.
L’opera più rilevante di Francesco Paolo Gravina si espresse attraverso la creazione del “Deposito di Mendicità” e la fondazione della Congregazione delle “Sorelle della Carità”, entrambe mirate a fornire assistenza materiale e morale ai poveri e ai mendicanti, e ad offrire loro un supporto completo per il recupero e il sostegno sociale. Il Deposito, concepito come centro multifunzionale, non si limitava a fornire cibo, alloggio e cure mediche di base, ma proponeva anche programmi educativi, formazione professionale e riabilitazione sociale, consentendo ai beneficiari di acquisire competenze utili per reintegrarsi nella società. Al contempo, la Congregazione delle “Sorelle della Carità”, composta da donne dedite alla vita religiosa e alla carità attiva, si impegnava a tempo pieno nell’assistenza ai più bisognosi, operando sia presso il Deposito di Mendicità che in altre strutture, per offrire conforto, cura e speranza a coloro che ne avevano necessità. Grazie a queste iniziative, promosse con fervore e dedizione da Gravina, si sviluppò un solido sistema di supporto e solidarietà per i più vulnerabili della società siciliana, che lasciò un’impronta indelebile nel tessuto sociale dell’epoca, fornendo una mano amica e un raggio di speranza a coloro che versavano nella povertà e nella disperazione. Ma il suo contributo non si è limitato alla sola assistenza materiale. Gravina ha anche promosso l’istruzione, il lavoro dignitoso e la riabilitazione sociale degli emarginati, contribuendo così a ristabilire la loro dignità e autostima. Nonostante la sua posizione di prestigio, Gravina ha sempre dimostrato una profonda sensibilità verso le ingiustizie sociali, schierandosi apertamente con il popolo durante periodi di crisi politica, come la rivoluzione del 1848. Questa coerenza morale e il suo impegno per la giustizia sociale lo hanno reso una figura universalmente rispettata e ammirata. Il suo legato persiste nel tessuto storico della Sicilia come quello di un autentico “principe del popolo”, capace di unire la nobiltà dei titoli con la nobiltà d’animo, dedicando la sua vita al servizio degli altri. Questa eredità continua a fungere da fonte d’ispirazione per le generazioni future, offrendo un modello di altruismo e impegno per il bene comune. La sua capacità di conciliare l’impegno politico con la dedizione verso i più bisognosi ha costituito un esempio eloquente di come leadership e carità possano convivere armoniosamente, motivando altri a seguire il suo esempio di servizio disinteressato e impegno per il bene comune. Nel 1990 l’arcivescovo di Palermo, Salvatore Pappalardo ha dato il via alla sua causa di beatificazione, ed il 9 ottobre 2017 papa Francesco lo ha dichiarato Venerabile. Nel 1994, in omaggio a Francesco Paolo Gravina: Principe di Lercara e Palagonia, il Maestro Giuseppe La Rosa ha composto una composizione intitolata “Lercara Friddi”, sottolineando così l’impatto duraturo e universale della sua figura.