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Lavoro

Formazione professionale, la crisi continua tra ritardi e irregolarità

di Redazione -





di GIUSEPPE MESSINA
I mancati controlli mettono a dura prova la credibilità del settore della formazione professionale. Alle presunte irregolarità di alcuni enti sulle procedure di reclutamento del personale docente, sulle tipologie contrattuali utilizzate e sugli atavici ritardi in merito ai tempi di rendicontazione dei corsi di formazione già conclusi da anni, si contrappone un silenzio fastidioso degli uffici dell’Assessorato e della politica tutta, che screditano pesantemente il sistema formativo nella sua interezza, facendolo barcollare fino a mettere in cattiva luce l’intero comparto. Quello che, dalle informazioni assunte e dall’analisi di fatti e circostanze, è possibile dedurre è una sorta di atteggiamento orientato al laissez faire nei riguardi di taluni enti formativi, che consente loro di poter operare indisturbati e in barba alle regole dell’accreditamento. Inutile ribadire che queste regole dovrebbero riguardare tutti indistintamente! Questo riguarda pochissimi enti formativi, ai quali è tacitamente consentito di operare in regime di oligopolio e che sono destinatari della fetta maggiore dei finanziamenti messi a bando dall’Assessorato regionale dell’Istruzione e della Formazione professionale. Sembra che nessuno voglia approfondire e controllare se tali enti si attengono o meno alle regole d’ingaggio. Perché? Eppure, nel settore dell’Istruzione e della Formazione professionale, operano 29 enti formativi, ma soltanto in quattro drenano oltre il 60 per cento dei 31 milioni messi a bando. Casualità, i medesimi ai quali sembrerebbe consentito rendicontare in ritardo, senza alcuna levata di scudi. Ad accrescere il caos nel settore, anche alcuni uffici dell’Assessorato regionale dell’Istruzione e della Formazione professionale con la mancata erogazione degli acconti per le attività in essere e prossime alla conclusione e con il ritardo nella pubblicazione degli avvisi per i quattro anni e il triennio 2024/2027 che stanno creando gravissimi disagi. E poi va detto senza fronzoli che, continua a non convincere la raccomandazione dell’Assessore al ramo, indirizzata a tutti gli enti ritardatari, di rendicontare i fondi presi in passato e per i quali sono state notificate le diffide. Nei giorni scorsi, l’associazione datoriale Federterziario Scuola Sicilia ha dichiarato lo stato di crisi che interessa circa 30 enti nell’Isola e oltre mille lavoratori, a causa degli atavici ritardi e del mancato rispetto delle regole. Anche le Organizzazioni Sindacali hanno fatto la voce grossa per denunciare le irregolarità di taluni enti e i ritardi accumulati dagli uffici nelle procedure di avvio delle attività per i corsi destinati agli adulti disoccupati e dei ritardi nei pagamenti, che stanno strozzando molti enti formativi, soprattutto quelli rispettosi delle regole e delle scadenze per la rendicontazione. Nel settore dell’Istruzione e Formazione professionale gli enti, per l’anno scolastico formativo 2023/2024, ai sensi della legge 14 dicembre 2019, numero 23, hanno responsabilmente avviato a settembre le attività, senza aver visto ad oggi alcun accredito di somme e anticipando le risorse necessarie per garantire agli allievi, minori che vivono condizioni di fragilità, in assolvimento dell’obbligo scolastico e in molti casi in dispersione, il materiale scolastico e le attrezzature necessarie alle attività teorico-pratiche. È paradossale che l’attenzione della politica per il settore sia alta solo quando si tratta di abrogare le norme che garantivano pluralità e democrazia, cancellando l’obbligo di assunzione, in una terra affamata di lavoro, mentre se c’è da gestire le scadenze e garantire risorse finanziarie, la politica fa melina, con la conseguenza di stritolare gli enti con i ritardi nell’erogazione dei finanziamenti o nella pubblicazione degli avvisi pubblici per la continuità dell’attività formativa. Dall’Assessorato regionale della formazione professionale, ci si è limitati a dichiarare che sono stati diffidati tutti gli enti irregolari. Una posizione che appare fiacca e dettata, probabilmente, dal momento elettorale che pone alla politica un atteggiamento di circostanza. Quando, invece, servirebbe pugno duro per decidere, ad esempio, di sospendere i finanziamenti a coloro che non sono in regola, soprattutto quando la diffida non produce effetti. La tornata elettorale si concluderà a giugno; accadrà qualcosa?