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Agrigento

Extracomunitario a Naro, orrore senza precedenti: cane sgozzato in strada

di Enzo Scarso -





Una scena di orrore e crudeltà inaudita ha sconvolto ieri la cittadina agrigentina: cane sgozzato a Naro in pieno giorno da un giovane originario del Mali, già noto alle forze dell’ordine per episodi di violenza sugli animali. L’uomo avrebbe persino tentato di cibarsi della carcassa, lasciando attoniti i presenti e scossa l’intera comunità di Naro.

Un passato già segnato da violenze

Non si tratta di un episodio isolato. Solo una settimana fa lo stesso uomo era stato denunciato per aver torturato un altro randagio, ustionandolo con olio bollente. In quell’occasione aveva persino aggredito i carabinieri intervenuti sul posto. Fermato, era stato successivamente rimesso in libertà, decisione che oggi suscita polemiche e rabbia tra i cittadini e le associazioni animaliste.

Cane sgozzato Naro, la reazione di Enrico Rizzi

Durissimo l’intervento di Enrico Rizzi, da anni in prima linea nella difesa degli animali:

“Dopo il primo episodio andava fermato. Invece è tornato libero e oggi un altro cane ha pagato con la vita. Questo uomo deve essere espulso immediatamente: non c’è più tempo da perdere”.

L’intervento delle autorità

I militari, allertati dai residenti, sono riusciti a bloccare l’uomo e a trasferirlo al Cpr di Caltanissetta, in attesa delle valutazioni dell’autorità giudiziaria. Il sindaco di Naro, Milco Dalacchi, ha espresso cordoglio e indignazione:

“Abbiamo fatto tutto ciò che era nelle nostre possibilità. Ora ci aspettiamo che la giustizia faccia il suo corso e che si arrivi all’espulsione definitiva di questo soggetto”.

Il cane, simbolo di una comunità

La vittima era un randagio conosciuto e benvoluto da tutti. Un animale mite che viveva da anni in paese e che, con la sua presenza discreta, era diventato parte del tessuto quotidiano. “Un’anima innocente, strappata barbaramente alla vita” – hanno commentato con commozione alcuni cittadini.

Sdegno e richiesta di giustizia

Naro oggi è unita nella rabbia e nella richiesta di provvedimenti immediati. La comunità non accetta che un individuo già recidivo sia stato lasciato libero di commettere una nuova atrocità.

“Troppo facile parlare di integrazione quando ci troviamo di fronte a episodi così efferati – ha detto il vicesindaco Vincent Cancemi –. L’integrazione si costruisce con il rispetto, non con la violenza”.

Il paese chiede risposte, la politica e la giustizia sono chiamate ad agire con fermezza. Nel frattempo, resta l’amarezza per una vita innocente spezzata e per una ferita profonda inferta a un’intera comunità.