Ex Blutec a Pelligra: i sindacati chiedono un accordo quadro
di ANTONIO CIMINO
La Pelligra Holding Italia si è aggiudicata la gara di assegnazione della ex Blutec di Termini Imerese. Lo ha ufficializzato il ministro Adolfo Urso nel corso della riunione del tavolo al ministero delle Imprese e del Made in Italy tenutasi nella giornata di lunedì. Già in serata di lunedì e nella giornata di ieri, sono arrivate le reazioni, soddisfatte, della politica siciliana. Il presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, ha telefonato al ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, per complimentarsi del risultato raggiunto nella vicenda ex Blutec. “Ho anche voluto confermare il pieno sostegno della Regione al Piano industriale elaborato dal ministro Urso per il rilancio dell’area di Termini Imerese e per l’individuazione di una soluzione per centinaia di lavoratori che da oltre dieci anni aspettavano risposte chiare e certe”. Soddisfazione anche da parte del vicegovernatore Luca Sammartino: “Dopo anni di incertezze è arrivato il momento di voltare pagina. La conversione e il rilancio dell’ex stabilimento Fiat di Termini Imerese sono un traguardo più vicino grazie alla comprovata esperienza e solidità del gruppo di Ross Pelligra e all’impegno che il governo della Regione ha profuso nei confronti di un progetto che farà da volano all’economia del territorio”. E se dalla politica arrivano complimenti ed entusiasmo, più pacate sono state le reazioni dei sindacati. Per la Fim e la Cisl il piano presentato per affrontare la scadenza del prossimo 4 novembre – data nella quale cesserà l’amministrazione straordinaria e di conseguenza gli ammortizzatori sociali per i 564 dipendenti ancora in forza – va approfondito: “Il piano prevederebbe la possibilità di trasferire 350 lavoratori alla Pelligra holding Italia, società specializzata nello sviluppo di aree industriali, all’interno di un progetto centrato sul rafforzamento del porto commerciale e sulla realizzazione di un interporto logistico. Questi lavoratori sarebbero impiegati nella riqualificazione dell’area. L’implementazione di tale progetto dovrebbe alla fine consentire l’insediamento di nuove imprese, anche attraverso il trasferimento delle attività commerciali da Palermo a Termini Imerese (compreso il Terminal container). La bontà del progetto è stata sostenuta anche dall’Autorità Portuale”. Lo dichiara il coordinatore nazionale Fim, Stefano Boschini, dopo l’incontro di ieri. “Per i rimanenti circa 200 lavoratori, il ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali si è impegnato ad approfondire ulteriormente la possibilità di accesso ai benefici previsti per i lavori usuranti. La gestione di questi avverrebbe attraverso la costituzione di una società di scopo sostenuta dalla Regione Sicilia”, riferisce. “Per la Fim-Cisl la bontà di qualsiasi soluzione per Termini Imerese passa solo dalla capacità di trovare una soluzione per tutti i 564 dipendenti e per tutti i lavoratori dell’indotto. Per questo abbiamo chiesto al ministero e alla Regione, un approfondimento tecnico sulla proposta presentata, che individui, in termini chiari e certi, una soluzione per ciascun lavoratore. Consapevoli che il 4 novembre rimane una data limite, chiediamo di accelerare il confronto per poter arrivare alla definizione di un accordo quadro”. Sulla stessa linea anche Fiom-Cgil: “Abbiamo ribadito che il vincolo rimane quello della soluzione occupazionale per tutti. E, in alternativa il percorso pensionistico che potrà essere agevolato anche dai 30 milioni di euro messi a disposizione dalla Regione Sicilia che, ha precisato, potranno essere utilizzati anche per le politiche passive. Abbiamo ribadito anche che va trovata soluzione per i 200 lavoratori dell’indotto. Progetto di reindustrializzazione, pensionamenti e società di scopo con partecipazione pubblica possono sono i tre elementi fondamentali per dare una soluzione per tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori, che dopo tanti anni hanno diritto di vedere ripagati i loro sforzi e la loro tenacia nelle tenere viva questa durissima vertenza” concludono.