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Essere o non essere: il dilemma chiamato Palermo 

di Redazione -





Il richiamo cromatico d’appartenenza evidenzia in maniera totale il dilemma che vive la stagione dei rosanero: Rosa o Nero, nero o rosa? Pennellate che, il pittore Eugenio Corini, sta cercando di far assorbire a quella critica spietata cittadina che oggi ama, domani odia. Insomma, la solita altalena d’umore che la cornice del tifo-calcio consegna. Corini blinda, difende e chiede fiducia, ma il punto conquistato al Tardini, o forse meglio dire i tre punti persi, con la capolista Parma genera ancora rimpianti, riflessioni e non riesce a lenire la crepa chiamata crisi.

Il rosa che accende rimane quello della proprietà del City, che ha alzato l’asticella quest’anno, mostrando muscoli e volontà consegnati da arrivi importanti come quelli di Insigne, Di Francesco, Lucioni o Henderson, senza dimenticare l’aver blindato bomber Brunori, che continua i suoi passi d’affermazione personale a suon di gol, e che gol. Il contrasto col nero e con la crisi, nonostante sembri non mancare, rimane l’atrofia dei risultati e una classifica che piange, adesso, lacrime di amarezza, dopo un avvio che lasciava a tutti un buon sapore. Ed ecco invece la crisi delle ultime otto gare, con una sola vittoria e tanti bocconi amari, che hanno consegnato contestazione e “vuci” ,soprattutto nei confronti della guida tecnica. Il Corini giocatore rimane per Palermo icona da venerare nel tempo, il Corini allenatore, invece, è in pubblica piazza osteggiato e ormai mal digerito. La società rosanero riflette, ma non vuole abbandonare il treno delle prime posizioni ed i risultati dell’ultimo periodo sicuramente non aiutano.

Servono idee e forza, le stesse spesso mancate dal Palermo di Corini, che spesso viene ingabbiato da una sterile manovra orizzontale, scossa solamente dai guizzi del singolo. A Parma, la fragilità degli ultimi minuti è costata cara, un doppio vantaggio buttato via in pochi secondi. Dal possibile botto dei corsari rosanero, alle imprecazioni di un punto che appare alla stessa stregua di una sconfitta. Mente e corpo, con strafalcioni difensivi della fase di non possesso della squadra di Corini da bollino rosso e freno di entusiasmo, che avrebbe consegnato una eventuale vittoria, magari cambiando anche le sorti di stagione. Tutto purtroppo ancora cupo, amplificato dal gioco troppo remissivo ed acceso solo dalle fiammate e dalla bellezza-perla della doppietta di Brunori e dal colpo di Segre.

E Adesso? Essere o non essere? Rosa o Nero? Il rosa nelle tre vittorie consecutive, con cui il Palermo guardava con fiducia il futuro e le ambizioni da Serie A ai primi di ottobre, è stato spazzato via dal nero dei due mesi di assenza dalla casella dei tre punti. Corini chiama la compattezza dinanzi alla crisi e fa bene da ex uomo d’ordine e da leader : “Con questo spirito vogliamo riprendere il campionato e lo possiamo fare già nella prossima gara in casa”. Ai posteri la sentenza, al campo le risposte, rispetto i propositi e ai freddi numeri che devono consegnare la salvaguardia della panchina e delle idee di Eugenio Corini. Però, il quesito rimane: il Palermo è davvero in grado di puntare alla Serie A? Corini riuscirà a convincere tutti? Il “Nero”, oggi, supera il “Rosa” e la cromia consegna fastidi agli occhi degli appassionati del Barbera che attendono.