Donne vittime di violenza in Sicilia: firmati i primi contratti di lavoro alla Regione
La Regione Siciliana ha compiuto un passo storico a sostegno delle donne vittime di violenza in Sicilia, offrendo loro un’opportunità concreta di reinserimento sociale e professionale. Questa mattina, due donne che in passato hanno subito gravi aggressioni con sfregi permanenti al volto hanno firmato il loro primo contratto di lavoro all’interno della pubblica amministrazione regionale.
Si tratta di Barbara Bartolotti e di una seconda donna che ha scelto di mantenere l’anonimato. Entrambe sono state inquadrate come assistenti amministrativi alla presenza della dirigente generale del Dipartimento della Funzione pubblica, Salvatrice Rizzo (nella foto).
La legge regionale che tutela le donne vittime di violenza
L’assunzione è stata resa possibile grazie alla legge regionale n. 3 del 2024, che prevede un canale preferenziale per l’ingresso nella pubblica amministrazione delle donne sfregiate al volto da episodi di violenza e dei figli delle vittime di femminicidio. La norma si applica esclusivamente ai residenti in Sicilia e nei limiti delle risorse disponibili.
Lo scorso giugno, l’Assemblea regionale siciliana ha approvato un emendamento che ha reso la legge retroattiva, consentendo così di includere anche chi aveva subito aggressioni prima della sua entrata in vigore.
Schifani: “Un segnale di giustizia e dignità”
Il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, ha sottolineato l’importanza dell’iniziativa:
“La Sicilia è la prima regione in Italia ad assumere donne vittime di violenza all’interno della propria amministrazione. È un atto che segna un passaggio storico per la tutela delle persone colpite da gravi maltrattamenti e per il loro reinserimento nella società e nel lavoro. Abbiamo voluto fortemente la retroattività della legge come gesto di giustizia e solidarietà”.
Schifani ha poi auspicato che altre regioni possano seguire questo esempio, promuovendo politiche concrete a sostegno delle vittime.
Messina: “Restituiamo dignità e speranza”
Anche l’assessore alla Funzione pubblica, Andrea Messina, ha espresso soddisfazione per il risultato raggiunto:
“Siamo orgogliosi di essere i primi in Italia a dare piena attuazione a una legge che restituisce dignità e speranza a donne che hanno subito aggressioni efferate. La retroattività è stata una scelta di sensibilità e giustizia che ha permesso di includere chi era stato colpito anche in passato”.
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