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Ambiente

Depurazione acque, situazione ancora work in progress in Sicilia

di Antonino Marino -





Questione idrica in Sicilia sempre più complessa. L’acqua comincia a scarseggiare e, anche nella popolazione, sta cominciando a crescere un pizzico di preoccupazione. Non basta la pochissima pioggia caduta negli ultimi giorni. Servono interventi radicali e tra questi non si potrà certamente prescindere dalla depurazione delle acque. In questo senso la situazione non è assolutamente positiva: “Le procedure di infrazione sulle acque reflue aperte a carico dell’Italia ad oggi sono quattro. Le prime tre sono state già oggetto della sentenza di condanna da parte della corte di giustizia europea mentre la quarta è in itinere. La sanzione pecuniaria forfettaria è giornaliera (scaturente da una successiva sentenza)”. A farlo sapere è il commissario straordinario di governo per la depurazione delle acque, il catanese Fabio Fatuzzo. In particolare “la Sicilia è interessata da tutte e quattro le procedure ed è la prima regione come numero di agglomerati coinvolti”. Con riferimento alle prime due procedure di infrazione il commissario Fatuzzo sta attuando 67 interventi di realizzazione di reti fognarie ed adeguamento di depuratori in tutte le province siciliane esclusa quella di Enna. Lo stato di attuazione è di 13 interventi completati e 22 cantieri in corso. Ci sono, fortunatamente, anche degli interventi conclusi: tra questi sono già in esercizio i depuratori di Trabia e Cefalù, nonché la reti fognarie di Sferracavallo e di via Agnetta a Palermo. Poi ci sono i cantieri in corso: tra questi si registrano il nuovo depuratore di Agrigento e a Palermo il raddoppio del depuratore di Acqua dei corsari e il completamento del collettore sud orientale. Work in progress, dunque, con un obiettivo fissato: quello fondamentale di riutilizzare le acque depurate. “Ci sono tantissime cose da fare – spiega il commissario Fatuzzo – servono nuove politiche e un nuovo approccio culturale all’utilizzo dell’acqua. In questo quadro di siccità che stiamo vivendo in Sicilia, andrebbe immaginata una norma che preveda due condotte nelle nuove costruzioni, una per portare nelle nostre case acqua a uso potabile e un’altra, per esempio, per gli sciacquoni dei bagni, per acqua non destinata a uso potabile. Non possiamo più permetterci – aggiunge il commissario Fatuzzo – di sprecare acque ripulite negli impianti di depurazione che vanno a finire in mare e non vengono utilizzate per esempio per l’agricoltura, per il lavaggio dei mezzi di trasporto”. Nel frattempo si registra la protesta di un gruppo di allevatori che si sono incatenati all’ingresso della prefettura di Enna. Si tratta del comitato “Presidio Dittaino” che dallo scorso gennaio ha istituito una sede permanente a poca distanza dallo svincolo Dittaino dell’autostrada Palermo-Catania, per sensibilizzare sullo stato di profonda crisi in cui versano agricoltura e zootecnia. Una situazione ora aggravata dalla siccità. “Protestiamo dallo scorso 27 gennaio – spiegano i manifestanti – ma ad oggi non abbiamo avuto alcuna risposta”. La siccità ha anche causato una drastica riduzione della produzione di foraggio e i pascoli sono ormai esauriti, con la conseguenza, come spiegato dagli stessi allevatori che protestano, di dovere acquistare anche gli alimenti per il bestiame, con costi che le aziende non sono in grado di sostenere.