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Cronaca

Cuffaro sceglie il silenzio davanti al gip. La difesa: “Intercettazione errata, nessuna prova solida”

di Bianca Giunta -





Totò Cuffaro ha deciso di non rispondere alle domande del gip nell’ambito dell’interrogatorio preventivo a cui è stato sottoposto questa mattina al Palazzo di Giustizia. Una scelta meditata, spiegano i suoi legali, che apre un nuovo capitolo nella complessa vicenda giudiziaria che coinvolge l’ex presidente della Regione Siciliana, oggi indagato per corruzione, turbativa d’asta e associazione per delinquere in un’inchiesta che ruota attorno agli appalti e alle nomine nella sanità regionale.

A parlare sono i suoi avvocati, Marcello Montalbano e Giovanni Di Benedetto, che in una articolata comunicazione chiariscono la strategia difensiva: «Prima di affrontare qualunque interrogatorio – sostengono – è necessario prendere piena visione del materiale probatorio, soprattutto delle intercettazioni, sulle quali emergono profili che riteniamo di grande rilevanza».

Secondo i difensori, infatti, la trascrizione di un’intercettazione ambientale ritenuta centrale dall’accusa presenterebbe un errore “decisivo”: la parola “soldi”, attribuita a Cuffaro, non comparirebbe nella registrazione originale. Una discrepanza che, se confermata, potrebbe incidere sulla ricostruzione contestata dalla Procura.

La difesa ha inoltre sollevato davanti al giudice un’eccezione sull’“inutilizzabilità” della relazione di servizio dei carabinieri del Ros, documento in cui sarebbero riportate dichiarazioni attribuite a Cuffaro subito dopo la notifica di un provvedimento. Quegli appunti, precisano i legali, «sono stati formalmente disconosciuti dall’interessato» e perciò la loro acquisizione sarebbe, a loro avviso, viziata.

Cuffaro, che ha comunque scelto di rendere dichiarazioni spontanee, ha lasciato il tribunale senza rilasciare commenti alla stampa. A seguire, sempre nella giornata odierna, sono previsti gli interrogatori di altri due indagati: il capogruppo della Dc all’Ars, Carmelo Pace, e il fedelissimo dell’ex governatore, Vito Raso.

Il clima resta teso, mentre la vicenda giudiziaria continua a svilupparsi su un terreno dove il peso delle intercettazioni, la loro trascrizione e la loro corretta interpretazione sembrano destinati a diventare uno dei nodi centrali dell’inchiesta. «Una questione formale», sintetizzano i legali. Una formalità che, tuttavia, rischia di assumere un valore sostanziale nel futuro della vicenda.