Leggi:

Agricoltura

CRISI AGRUMICOLA – “Per piccina che tu sia…” Arriva il claim salva arancia

di Salvatore Cannata -





Per piccina che tu sia… L’idea e pure il claim, non sono per niente male. Anzi. Firma in calce, quella del Distretto Produttivo Agrumi di Sicilia. Claim che diventa l’anima della campagna social dedicata a promuovere e valorizzare le arance di piccola taglia, simbolo attuale dell’agrumicoltura siciliana colpita dalla siccità ed elemento che sta caratterizzando la raccolta 2023/2024 ormai nelle sue fasi finali. Sostanzialmente, le arance sono sotto misura perché non ha piovuto. Più piccole del nrmale. Sono meno attraenti di una bella arancia rossa e grossa come eravamo abituati a vedere ma non per questo sono meno buone. La campagna -peraltro già lanciata durante la stagione agrumicola 2020/2021- si ripresenta con l’obiettivo di diventare virale a livello nazionale e regionale, sottolineando l’importanza di sostenere le arance di piccola pezzatura per un consumo che non scende di livello.

Crisi idrica nel territorio mancanza di piogge, deficit idrico accumulato, generano una crisi senza precedenti per gli agricoltori e gli agrumicultori nello specifico, “influenzando – spiega la presidente del Distretto, Federica Argentati – la produzione di agrumi di piccola taglia”. Ma le arance piccole sono eccellenti, ideali per spremiture fresche e per promuovere uno stile di vita sano”. E seppur piccine, parola di esperti su cui non mettiamo lingua, non hanno nulla da invidiare alle sorelle più grandi anche a tavola dove possono essere molto appropriate per la minore quantità da mangiare e particolarmente apprezzate per un gusto che si presenta assolutamente eccellente. Argentati, ha pure invitato gli ‘adepti distrettuali’ (ma anche chi non lo è ancora) a mettere da parte gli interessi personali per preservare e potenziare l’agrumicultura siciliana, accompagnando il momento complicato per le imprese agrumicole anche nell’utilizzo di tutti i fondi disponibili: “Nel corso della scorsa campagna agrumicola – spiega – il nostro Paese, l’Italia, si è posizionata come il 12mo esportatore mondiale di agrumi, con una quantità esportata pari a 209.980 kg ma anche con un’importazione di 381.068 kg. Tuttavia, il confronto con altri Paesi e in particolare la Spagna, mette in luce l’importanza di mantenere una posizione contrattuale robusta, soprattutto in un contesto caratterizzato da cambiamenti climatici e instabilità di mercato. È imperativo lavorare in prospettiva per stimolare la crescita, garantire il reddito dell’imprenditore agricolo consentendogli di mantenere gli alti parametri di qualità necessari con investimenti costanti in azienda; e quando si parla di sbocchi di mercato, dobbiamo lavorare per valorizzare tutti quelli possibili: dal consumo sulla tavola a quello delle spremute espresse, passando dal consumo dei succhi per i quali la Sicilia esprime un alto grado di specializzazione e che ci consente di stare sul mercato tutto l’anno”. Il Distretto Agrumi sta lavorando molto su questo genere di comunicazione/informazione ma anche (e forse, soprattutto) sull’uso consapevole delle risorse idriche, con progetti che hanno coinvolto imprenditori della filiera, attraverso monitoraggio ma anche istallazioni di stazioni meteo e sensori in aziende associate.

Distretto che spinge pure per l’utilizzo delle spremiagrumi automatiche come strumento efficace per l’educazione alimentare nelle scuole e in generale per il consumo di arance siciliane in punti ad alto calpestio, in cui proprio le arance di piccolo calibro possono essere valorizzate al meglio. Appare evidente in una fase così delicata, come progetti mirati e concreti e la comunicazione che spinge al consumo, insieme agli investimenti a supporto delle azioni collegate all’utilizzo delle spremiagrumi automatiche, rappresentano una risposta concreta alla difficile situazione degli agricoltori siciliani in una Sicilia dove, nei primi quattro mesi del 2023, si è segnato complessivamente un deficit di precipitazioni rispetto all’ultimo decennio di circa 150 millimetri, che si aggiunge al deficit di quasi 600 millimetri accumulato nel 2022 e dove, negli ultimi mesi dello scorso anno, la situazione è notevolmente peggiorata e si è aggravata ulteriormente.