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Cronaca

Corruzione, la Procura chiede il processo per l’assessora Amata: il 13 gennaio l’udienza preliminare

di Vincenzo Migliore -





La vicenda giudiziaria che coinvolge l’assessora regionale al Turismo, Elvira Amata, e l’imprenditrice Marcella Cannariato entra in una nuova fase. La Procura della Repubblica di Palermo ha depositato la richiesta di rinvio a giudizio nei loro confronti, e il giudice per l’udienza preliminare, Walter Turturici, ha fissato la prima udienza per il 13 gennaio 2026.

L’esponente di Fratelli d’Italia e la titolare della società A&C Broker S.r.l. rispondono dell’accusa di corruzione, nell’ambito di un filone dell’inchiesta che, nei mesi scorsi, aveva interessato anche il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno. A coordinare l’indagine sono i pm Felice De Benedittis e Andrea Fusco.

L’accusa: assunzione del nipote e spese di alloggio in cambio di un decreto

Secondo la contestazione, l’assessora – in quanto pubblico ufficiale – avrebbe accettato dalla Cannariato alcune utilità: l’assunzione del nipote Tommaso Paolucci nella A&C Broker, da settembre 2023 a marzo 2024, e la copertura delle spese di alloggio del giovane in un B&B di Palermo, per un importo di 4.590,90 euro più IVA.

In cambio, la Procura ritiene che la Amata avrebbe favorito la manifestazione “Donna, Economia e Potere”, promossa dalla Fondazione Marisa Bellisario, indicandola come progetto finanziabile con un contributo regionale di 30 mila euro attraverso il decreto assessoriale del 25 ottobre 2023.

Le difese: “Nessun patto corruttivo, solo un aiuto in un momento difficile”

Amata si è sempre detta «serena» e «fiduciosa nel lavoro della magistratura», negando con fermezza qualsiasi accordo illecito. Nel corso degli interrogatori ha spiegato di avere chiesto a Cannariato un sostegno per il nipote, colpito da un evento familiare particolarmente grave, e che la richiesta sarebbe maturata all’interno di un rapporto di cordialità, non certo come contropartita di un atto d’ufficio.

Gli avvocati dell’assessora, Giuseppe Gerbino e Sebastiano Campanella, insistono sull’assenza di qualsiasi legame tra l’assunzione del nipote e il finanziamento pubblico, decisione che – sostengono – sarebbe stata presa perché l’evento della Fondazione Bellisario «presentava requisiti di rilevanza e merito riconosciuti a livello nazionale».

L’alloggio a prezzo agevolato e il contratto di locazione

Nel fascicolo compare anche il capitolo relativo a un appartamento di proprietà di Cannariato, in cui Amata ha vissuto per alcuni mesi. Gli investigatori hanno ipotizzato un canone inferiore ai valori di mercato e hanno registrato alcuni scambi di frasi tra le due donne, segnalati dalla Guardia di Finanza come indizi di un rapporto particolarmente stretto.

La Procura, tuttavia, ha ritenuto che questa parte della vicenda non integri alcuna ipotesi di reato. La stessa Cannariato ha dichiarato di aver ricevuto alcune mensilità in contanti, spiegando che non sarebbe stato possibile formalizzare un contratto retroattivo. Amata, dal canto suo, ha riferito di avere saldato regolarmente quanto dovuto dopo l’emissione della fattura, escludendo intenti impropri.