Leggi:

Politica

Corruzione e dissesto, Schifani: “Adotteremo provvedimenti necessari”

di Antonino Marino -





di REDAZIONE – Corruzione e dissesto, Schifani: “Adotteremo provvedimenti necessari”

“Ho appreso dell’arresto dell’ex assessore Croce solo poco fa, ho la massima fiducia nei confronti della magistratura, incontrerò a breve il capo dell’Ufficio legale per adottare i provvedimenti opportuni che sono necessari in questi momenti. La struttura di dissesto è stata di estrema efficienza in questi anni, al di là di questo episodio. La magistratura è giusto che faccia il suo dovere, adotteremo tutti i provvedimenti per garantire la struttura e la continuità dei propri impegni”.
Le parole sono del presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani stuzzicato dai giornalisti in merito all’arresto di Maurizio Croce. Il “poco fa” del governatore è motivato dal fatto che la domanda gli è stata posta durante una conferenza stampa che si è svolta pochi minuti dopo la diffusione dell’arresto di Croce nell’ambito dell’indagine della Guardia di Finanza di Messina. Un’indagine e una serie di arresti che hanno provocato diverse reazioni politiche e che, proprio per il modus operandi degli indagati, alle storiche inchieste di Antonio Di Pietro e del pool di Mani Pulite nella Milano dei primi anni novanta.
Sull’argomento e sull’arresto di Croce, dopo il presidente della Regione Renato Schifani, è intervenuto anche il presidente della commissione Antimafia dell’Ars, Antonello Cracolici: “Prendo atto dell’accusa che gli viene mossa e che lascia sbigottiti, mi auguro che Croce sia in grado di dimostrare il contrario. È il mio auspicio ma non ho alcun elemento per valutare. Certamente è un ulteriore colpo alla credibilità della politica”. Croce, candidato alla poltrona di sindaco di Messina con il centrodestra nelle ultime amministrative peloritane, è stato anche assessore regionale nel governo guidato da Rosario Crocetta: “Il tema di fondo è che il sistema politico-istituzionale finisce per essere colpito – ha ribadito Cracolici – e se viene messo in discussione il sistema, il rischio che corriamo è un collassamento generale. Mi auguro quindi che questa vicenda possa per davvero essere risolta nel più breve tempo possibile”.
Non mancano poi le dichiarazioni di Ismaele La Vardera, esponente di spicco di Sud Chiama Nord (guidato dall’ex sindaco di Messina Cateno De Luca) e vicepresidente della stessa commissione antimafia.
”Le notizie che arrivano da Messina relativamente all’arresto del commissario per il dissesto idrogeologico – ha detto l’ex inviato de Le Iene – lasciano sbigottiti. Una inchiesta che parla di rolex, mazzette e contributi elettorali. Quello che restituisce l’inchiesta della Guardia di finanza è uno scenario inquietante. Siamo certamente garantisti e attenderemo gli esiti processuali, però la politica deve fare una seria riflessione sulla deriva di uno degli uffici più importanti che contrasta il dissesto idrogeologico. L’ennesima dimostrazione che il governatore Schifani non sa scegliere la classe dirigente per i ruoli strategici. Quello che è accaduto stamattina con Maurizio Croce è la conseguenza di una scellerata politica clientelare che continuare a tenere la nostra Regione schiava di questi meccanismi”.
Un commento arriva anche dal segretario siciliano della Cgil, Alfio Mannino: “Nell’indagine sono coinvolti personaggi che hanno svolto ruoli politici e amministrativi nella regione. Se i fatti contestati nell’inchiesta che ha condotto all’arresto di Maurizio Croce e di altre due persone saranno confermati avremmo una ulteriore dimostrazione dell’esistere di intrecci tra politica e affari, di corruzione e arricchimenti illeciti in capo a finanziamenti pubblici e a gare di appalto.
Il tutto a danno della Sicilia e dei siciliani”. Mannino poi sottolinea come “mesi or sono la Cgil ha presentato alla Regione una proposta, apprezzata da più soggetti, di protocollo di intesa su legalità e appalti per una contrattazione di anticipo volta ad assicurare trasparenza e legalità nelle gare e nei successivi lavori. Ci chiediamo oggi perché non si sia andati avanti, consentendo ancora una volta incursioni su opere importanti per la Sicilia”.