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Agricoltura

Controlli antibracconaggio, vasta operazione nell’Agrigentino, denunce e armi sequestrate

di Francesca Gallo -





Vasta operazione dei carabinieri in provincia di Agrigento nell’ambito di controlli antibracconaggio: 13 denunce all’Autorità Giudiziaria e 8 fucili sequestrati
È il bilancio dell’attività svolta dai Carabinieri del Comando Provinciale di Agrigento e conclusasi in queste ore nel territorio montano di Cammarata, nell’ambito di controlli antibracconaggio.

L’operazione, denominata “Trinacria 2024”, è stata condotta dal Reparto Operativo – Sezione Operativa Antibracconaggio e Reati in Danno agli Animali del Raggruppamento Carabinieri CITES di Roma e coordinata dal Centro Anticrimine Natura Carabinieri Agrigento, con il significativo supporto della Compagnia Carabinieri di Cammarata.

Al centro dell’operazione un vasto territorio montano della provincia di Agrigento, all’interno del quale ricadono anche aree protette, come la Riserva Naturale Orientata Monte Cammarata,situata tra i comuni di Cammarata, San Giovanni Gemini e Santo Stefano Quisquina. Una superficie boschiva di oltre 2 mila ettari, occupata, in parte, dai resti di un antico querceto, con esemplari di leccio, roverella, carrubbo ed altre specie da rimboschimento, quali cedri, cipressi, pini e aceri, habitat ideale per una ricca fauna. La riserva ospita diversi mammiferi, tra cui la volpe, il coniglio selvatico, la lepre, l’istrice, il riccio e anche numerose specie di uccelli rapaci.

L’attività dei Carabinieri, volta a reprimere fenomeni di bracconaggio all’interno della Riserva Naturale di Cammarata, è stata frutto di diversi appostamenti e controlli effettuati nell’arco di una settimana e si è conclusa con il deferimento alla Procura della Repubblica di Agrigento di 13 persone, per l’esercizio della caccia con mezzi non consentiti, porto abusivo di armi, attività venatoria in periodo non consentito. Posti sotto sequestro anche 8 fucili e 2 esemplari morti di cinghiale che saranno avviati ai servizi ASP per gli esami autoptici, attualmente obbligatori quale profilassi per la peste suina.

I punti caldi del bracconaggio italiano – rende noto la Legione Carabinieri Sicilia – vedono, oggi, impegnati numerosi militari del Comando Carabinieri Unità Forestali Ambientali e Agroalimentari in specifiche campagne antibracconaggio a tutela del patrimonio avifaunistico dello Stato.

Difficile calcolare un numero preciso dei bracconieri attivi in Sicilia, tuttavia si può stimare che si tratti di molte persone che, in solitaria o a gruppi, operano in modo sistematico o saltuariamente con finalità puramente ludiche. 

I controlli – annuncia l’Arma dei Carabinieri – proseguiranno nelle prossime settimane in diverse aree del territorio siciliano.